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Il dibattito a Diretta Verona

Sicurezza sui bus
Strage in A4,
un nuovo video

Il rogo dopo lo schianto in A4

Non c'è stato alcun guasto tecnico. E le scuole non danno abbastanza importanza al fattore sicurezza. Sono gli elementi principali emersi dalla puntata di «Diretta Verona» dedicata alla tragedia avvenuta nella notte tra venerdì e sabato scorsi (il TgR Veneto ha pubblicato un video inedito), quando un pullman ungherese con a bordo una comitiva di liceali e docenti di ritorno dalla Francia si è schiantato contro un pilone dell’autostrada A4, all’altezza di Verona est e ha preso fuoco, causando la morte di 16 persone. 

A discutere di come (e se) è possibile garantire la sicurezza sulle strade  il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Stefano Quaglia, il comandante della polizia stradale Girolamo Lacquaniti, che, nel video in allegato, spiega: «Quella sera gli agenti hanno guardato i propri figli con altri occhi». C'è anche il responsabile del centro Malattie del sonno Gianluca Rossato; Stefano Zaninelli, direttore generale di Atv. Intervengono anche il direttore de L’Arena, Maurizio Cattaneo, e il giornalista Alfredo Meocci.

 

 

Il dibattito

 

Maurizio Cattaneo: «Per tanti genitori che si apprestano a mandare i propri figli in gita, pensare che i figli non siano al sicuro è spaventoso. Ci sentivamo tutti i genitori di questi ragazzi».

Girolamo Lacquaniti: «Incidenti di questo genere molti poliziotti non li avevano mai visti. Quella sera i ragazzi sopravvissutti rifiutavano l'idea che i loro amici fossero morti. Sono situazioni che un segno lo lasciano».

Alberto Brentegani, responsabile Area Esercizio Autostradale della Brescia-Padova: «Quella sera c'è stato qualcosa che è andato oltre l'attività di ognuno. Ci siamo prodigati per dare il maggior aiuto possibile».

Lacquaniti: «Quella sera magistrato di turno, comandante provinciale dei carabinieri e questore sono rimasti sul posto tutta la notte. Verona ha dato grossa prova di sè».

Stefano Zaninelli: «La sicurezza per noi è al primo posto. C'è chi risparmia sulle gite con mezzi poco revisionati. Cerchiamo di prevenire le cause maggiori di incidenti stradali».

Stefano Quaglia: «La prassi amministrativa richiede che il consiglio di classe e il consiglio di istituto approvino le gite. A volte i professori si preoccupano di non far spendere troppi soldi. È capitato di trovare autisti che hanno passato il viaggio attaccati al cellulare. Abbiamo un protocollo con la Municipale per il quale i vigili, se chiamati, facciano un controllo sugli autobus delle gite». 

 

Al telefono Marco Cussolotto, presidente Eurobus: «Le scuole ci chiedono solo il preventivo più basso, non le caratteristiche di sicurezza degli autobus. Autobus dei paesi più ricchi vengono mandati in quelli più poveri e fatti "camminare" anche quando sono vecchi».

Lacquaniti: «La testimonianza del camionista slovacco che parlava di problemi alle ruote non hanno trovato riscontro. Non ci sono evidenze di alcun tipo di guasto. E l'incendio non è stato immediato»

Collegamento con la sede dei vigili del fuoco. Il caposquadra della prima squadra arrivata venerdì notte: «Al nostro arrivo ci siamo trovati davanti a persone che vagano in autostrada, chi ferito, chi in stato di choc. Appena hanno visto le nostre luci, cercavano sostegno, aiuto». Paolo Foresti, funzionario tecnico del Comando: «Siamo arrivati in otto minuti. Avere una caserma nella zona Est della provincia accorcerebbe i tempi».

 

Gianluca Rossato: «La mancanza di una reazione e uno sbandamento sul lato destro della strada sono segnali tipici di un incidente causato da un colpo di sonno. Il colpo di sonno è improvviso, non c'entra nulla con la sonnolenza».

Lacquaniti: «Combattiamo con fenomeni dove molti conducenti alterano i sistemi di sicurezza come il cronotachigrafo, a volte spinti dai titolari. Bisogna fare i controlli, altrimenti il mercato viene alterato e le aziende più serie non riescono a star dietro a chi viola le regolare». 

Quaglia: «A Verona faremo un accordo con le scuole perché si chiedano determinati documenti ai trasportatori»

Riccardo Verzè

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