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I commenti degli esponenti veronesi

«Siamo ai limiti della dittatura»
«Rispettata la Costituzione»

I commenti degli esponenti veronesi
Gli esponenti veronesi sulla decisione di Mattarella
Gli esponenti veronesi sulla decisione di Mattarella
Parlamentari veronesi

Conte non sarà premier. Riconsegna il mandato che gli era stato affidato. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, prende atto di una situazione inedita, finora, nel pure già tormentato passato recente della democrazia parlamentare italiana. Il nodo, e dal Colle viene detto senza giri di parole, è quella che suona come un’imposizione sul nome di Paolo Savona come ministro dell’economia. Una posizione anti-euro, con prospettive di fuoriuscita che il Capo dello Stato non ha potuto avvallare. Oggi è prevista la salita al Quirinale di Carlo Cottarelli, ex commissario alla «spending review», uno tra i «papabili» della prima ora per un incarico come primo ministro di un governo «tecnico». Esecutivo in cui pareva certo un incarico ministeriale per il deputato leghista e vicesindaco di Verona, Lorenzo Fontana.

 

L’incertezza, anche tra i parlamentari veronesi, è il marchio di queste ore. L’ipotesi di nuove elezioni politiche lascia tutti sconcertati, quasi il finale di un film di cui si pensava di avere ben chiara la trama. Salvo il colpo di scena. Paolo Tosato, senatore della Lega, è furente. «Siamo ai limiti della dittatura, c’erano due forze con una maggioranza in Parlamento e con un programma condiviso. C’erano il presidente del Consiglio e la lista dei ministri... E con tutto ciò», esclama, «non possiamo governare a causa di un’ingerenza del presidente della Repubblica ai limiti della dittatura». Tosato è fuori di sé per la rabbia: «Il fatto è che Mattarella non condivida il programma uscito dall’accordo tra Lega e 5 Stelle, ma potevamo governare con un ministro all’Economia del Pd? No, ed è giusto che siano le forze di maggioranza ad assumersi la responsabilità di attuare il programma economico che hanno concordato».

 

Più misurato il commento di Fontana, che è anche vicesegretario del Carroccio. «La Lega», scrive in una nota l’ex ministro in pectore, «ha fatto di tutto per dare al Paese un governo che fosse espressione del popolo ma i poteri forti vogliono imporci un governo delle elite. Ragione in più per proseguire la nostra battaglia con forza e determinazione, guidati da un leader, Matteo Salvini, che ha dimostrato coraggio e coerenza. Oggi», conclude, «è chiaro come l’Italia rischi di essere in ostaggio se non rialzerà la testa e se non si farà valere in Europa».

 

Francesca Businarolo, deputata del Movimento 5 Stelle, si dice allibita dal discorso del presidente Mattarella che ha appena finito di ascoltare in tv. «Si è preso la responsabilità enorme», taglia corto, «di non rispettare il voto degli elettori mandando tutto a monte». La deputata veronese parla di «situazione bruttissima e assurda» e di «coltellata alle spalle». E adesso? «Qualcuno sta già ventilando la possibilità di procedere con una richiesta di impeachment, certo che tra noi, Lega e Forza Italia i numeri potrebbero esserci, vedremo, difficile dire che succederà adesso... Peccato perché c’era la voglia di partire e di lavorare».

 

Sulla stessa scia la reazione di Alessandro Gennari, vicepresidente pentastellato del Consiglio comunale: «Oggi il popolo italiano ha assistito alla perdita della propria sovranità. La richiesta di impeachment? Necessaria». Di tutt’altro parere è Davide Bendinelli, deputato di Forza Italia, che punta il dito sull’«irresponsabilità di Salvini e della Lega che fa saltare il governo perché il presidente rifiuta la nomina di un ministro». E continua: «Mattarella gli aveva proposto, in alternativa a Savona, il nome di Giancarlo Giorgetti, eletto in Parlamento e capogruppo alla Camera... Ma non vorrei che fosse solo un pretesto per far saltare l’accordo con i cinquestelle di cui Salvini si era già pentito». E ribadisce: «Mattarella era stato chiaro nel dire che non avrebbe accettato colpi di mano e deciso a procedere nei canali previsti dalla Costituzione. C’era il rischio per l’Italia che gli altri Paesi europei non avrebbero più comparato i nostri titoli di Stato con danni irreparabili per la nostra economia. Il Capo dello Stato ha dimostrato senso di responsabilità».

 

Lapidario il commento del senatore del Pd Vincenzo D’Arienzo: «Hanno gettato la maschera: volevano farci uscire dall'euro», dice a pochi minuti dalle dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Sono orgoglioso di un Paese in cui il presidente rispetta in pieno la Costituzione. È un messaggio a tutti gli italiani: non possono essere le elezioni politiche a cambiare le regole. Così si rischia l'anarchia». E prosegue: «Le aggressioni al Colle di Salvini e Di Maio sono vergognose e pericolose tanto che penso sia utile una mobilitazione democratica per difendere la nostra Carta fondamentale. Le imposizioni di Salvini sono state un oltraggio anche all'intelligenza: prono ad accettare uno sconosciuto come premier, impone veti su Savona e ne fa un caso. La verità è che voleva uscire dall'euro. È emerso il discrimine: l'Europa. Il mutuo degli italiani è aumentato per i loro vaneggiamenti». Il senatore D’Arienzo lancia la sfida: «Vogliono che sia quello il tema? Lo pongano in campagna elettorale e non come quando si è votato, per una cosa e ne volevano farne un'altra. Salvini e Di Maio hanno gettato la maschera». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Paolo Mozzo Enrico Santi

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