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SI APRE IL FESTIVAL

Si va in scena
Arena, è l’anno
del riscatto

Stasera la prima con CarmenPaolo GavazzeniCarlo Fuortes
Stasera la prima con CarmenPaolo GavazzeniCarlo Fuortes
Arena, i preparativi per la prima 2016

Carmen fa «la prima», stasera. Per fare il botto. Per suonare il riscatto della Fondazione lirica Arena, alle prese con un debito di 24 milioni da azzerare nell’arco di tre anni. La Carmen, di Bizet, che alle 21 di oggi apre il 94° Festival lirico, regia e scene di Franco Zeffirelli, è alla tredicesima edizione nell’arco di ventun anni, a Verona. E quest’estate è alla sua ultima presenza nell’anfiteatro romano scaligero.

Dopo la tempesta non ci sarà la quiete, ma almeno ci sono la musica e il canto. Di cui, dopo un duro scontro politico-sindacale - non terminato, peraltro - con assemblea permanente nella sede della Fondazione, in via Roma, quasi quasi ci si era dimenticati. Per la Carmen di stasera, fanno sapere dal marketing della Fondazione, si sta arrivando all’esaurimento dei posti numerati e anche la gradinate stanno andando bene. Sia per oggi che per Aida di domani e domenica (regia di Gianfranco De Bosio).

Considerando che il tempo sembra reggere bene, si confida che anche oggi si vendano parecchi biglietti. Si va verso il tutto esaurito, dunque. Anche per le prossime recite - in totale 46, di Carmen, Aida, La Traviata, Il Trovatore e Turandot; più il balletto di Roberto Bolle and Friends, del 18 luglio - l’andamento delle vendite viene giudicato soddisfacente.

Fra gli ospiti d’onore, invitati dal commissario Carlo Fuortes - anche sovrintendente del Teatro dell’Opera di Roma, nominato a Verona dal ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini - dovrebbero esserci fra gli altri il presidente del Senato Piero Grasso e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Paolo Gavazzeni, il direttore artistico richiamato dal commissario Carlo Fuortes dopo essere decaduto insieme al sovrintendente Francesco Girondini e al Consiglio di indirizzo presieduto dal sindaco Flavio Tosi, affronta la «prima» del festival 2016 come fosse una...partita finale. «Le prove sia di Carmen sia di Aida sono andate bene e si è lavorato con tranquillità, nonostante il momento non sia facile», dice Gavazzeni. «Siamo molto fiduciosi e per quanto riguarda la biglietteria per le prime due recite siamo molto soddisfatti, sinora», aggiunge il direttore artistico, «e questo ci fa ben sperare per il prosieguo della stagione».

Ma come si lavora a una stagione lirica estiva, giunta all’anno numero 94, senza un sovrintendente ma con un commissario alla guida della Fondazione Arena? E comunque nel pieno di una crisi da cui ora di cerca di uscire, attingendo ai contributi della Legge Bray? Con un accordo sui tagli di personale (quattro milioni in meno di spesa) e con altre misure (come taglio del corpo di ballo) e con altre misure di risanamento?

«È stato un periodo convulso e non è stato facile, anche fra un incontro sindacale e l’altro nel bel mezzo delle prove», ammette Gavazzeni, «ma tutti, lavoratori in primis, hanno dimostrato un alto senso di responsabilità e serietà. Ringrazio anche il commissario Fuortes e il sindaco Tosi. La Fondazione Arena è un orgoglio di Verona e deve sopravvivere nonostante questo momento difficile». Una scommessa in parte già vinta, la stagione 2016 in Arena? «Lo diremo il 28 agosto, il giorno dopo la chiusura, con cognizione di causa», conclude Gavazzeni. «Certo, dalle vendite il marchio Arena ha una forte attrattiva, per il coro, l’orchestra, i direttori. Ringrazio tutti gli artisti tornati in Arena o debuttanti. Siamo pronti ad aprire questo festival».

Intanto, sul fronte politico, Pippo Civati, deputato e segretario nazionale di Possibile, il partito della sinistra che non si riconosce più nel Pd, presenterà un’interrogazione parlamentare al ministro Franceschini per chiedere un’Arena pubblica e fatta di lirica e balletto. Civati chiederà anche che vengano adottati criteri meritocratici e di reale competenza per la selezione del successore del commissario Fuortes, e un vero piano di rilancio. «Ricordiamo che l’opera lirica e il balletto è prima di tutto magia per lo spettatore: magia italiana. Chiedo ai veronesi di essere vicini a chi fabbrica magia in Arena».

Enrico Giardini

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