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Un cantautore veronese

Si tuffa dal ponte
e finisce
all'ospedale

Giovani si tuffano nelle acque dell’Astico
Giovani si tuffano nelle acque dell’Astico
Giovani si tuffano nelle acque dell’Astico
Giovani si tuffano nelle acque dell’Astico

Si butta dal ponte della Pria e il violento impatto con l’acqua dell’Astico rischia di provocargli una paralisi. Una disavventura tutt’altro che conclusa quella patita dal veronese Simone Laurino, ventenne cantautore conosciuto ed apprezzato, che dovrà rinunciare a diversi impegni artistici, essendo bloccato in ospedale a Santorso dove l’equipe del primario Massimo Balsano, in un intervento durato quattro ore, gli ha sistemato una vertebra scoppiata.

«Un millimetro più in là e avrebbe passato il resto della sua vita in carrozzina», hanno riferito i sanitari ai genitori, accorsi al suo capezzale. È successo domenica scorsa, giornata afosa, una delle più calde di questo scorcio d’estate. Simone, con altri tre amici veronesi, si è recato ad Arsiero, in provincia di Vicenza.

«Non c’era mai stato», spiega la mamma, «è un ragazzo tranquillo, con in testa solo la musica che gli sta dando parecchie soddisfazioni».

Si è buttato per primo e l’entrata in acqua è stata devastante per la sua colonna vertebrale. Lo hanno portato subito a Santorso, dove si trova ancora. Gli hanno applicato placche in tre vertebre e sarà dimesso solo nei prossimi giorni, quando sarà in grado di tornare in posizione eretta, verticale. La ripresa sarà lunga. Laurinoril 3 settembre dovrebbe essere ospite del “Festival show”, dopo essere stato selezionato da Red Ronnie e Mogol fra 400 partecipanti, come racconta mamma Paola: «Ci tiene tanto, è un’occasione d’oro. Sin da piccolo ha deciso di inseguire i suoi sogni artistici e questo infortunio non ci voleva». I genitori di Simone chiedono come sia possibile buttarsi da quel ponte pericoloso: «Non possono alzare una rete come fatto nei cavalcavia autostradali per evitare che si gettino sassi sulle auto in transito?». In verità ci sarebbe da anni il divieto a tuffarsi nell’Astico, voluto dall’allora sindaco Tiziano Busato, oltretutto medico del pronto soccorso, «ma io non ho visto alcun cartello», afferma il ragazzo, «altrimenti ci avrei pensato su prima di buttarmi». I cartelli c’erano ma sarebbero stati divelti dai vandali. E comunque da sempre bellamente ignorati dai tuffatori, che talvolta salgono addirittura sulle rocce circostanti per lanciarsi da altezze maggiori. Da venerdì tuttavia i cartelli di divieto sono riapparsi, su sollecitazione delle amministrazioni comunali e la polizia locale consortile annuncia controlli più frequenti e multe salate (la sanzione va da 25 a 500 euro).

Mauro Sartori

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