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Sfidanti con nuovi alleati
per battere l’astensione

Un fac-simile della scheda elettorale che gli elettori troveranno alle urne per l’elezione del sindaco di Verona
Un fac-simile della scheda elettorale che gli elettori troveranno alle urne per l’elezione del sindaco di Verona
Un fac-simile della scheda elettorale che gli elettori troveranno alle urne per l’elezione del sindaco di Verona
Un fac-simile della scheda elettorale che gli elettori troveranno alle urne per l’elezione del sindaco di Verona

Tra accordi, prese di posizione e indicazioni di voto, il quadro delle amministrative che oggi giunge all’appuntamento definitivo con le urne, si presenta agli elettori veronesi in parte diverso rispetto alla partita del primo turno finita domenica 11 giugno con la vittoria di Federico Sboarina (29,13 per cento) e con l’argento di Patrizia Bisinella (23,47). Quest’ultima si era aggiudicata l’accesso al ballottaggio dopo un testa a testa durato tutta la notte con Orietta Salemi del centrosinistra (22,48).

Nei giorni scorsi la coalizione di Federico Sboarina ha portato a casa l’appoggio ufficiale di Michele Croce, l’ex candidato di Verona Pulita che al primo turno aveva raccolto 5.712 voti, pari al 4,98 per cento. Dall’altra parte Patrizia Bisinella ha incassato il sostegno di Marco Giorlo che con la sua lista Tutto Cambia aveva totalizzato 1.386 voti (1,21 per cento).

E a favore della senatrice si è espresso a sorpresa, nel pomeriggio di venerdì, il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi. Al primo turno la lista del Pd aveva ottenuto poco meno del 16 per cento con 17.435 voti. L’endorsement di Renzi è arrivato dopo che l’assemblea provinciale del partito aveva approvato un documento che invita a recarsi alle urne e a «non votare la Lega di Salvini». Quella del segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, peraltro, è stata una presenza pressoché costante nella campagna elettorale di Sboarina: sette volte in neppure tre mesi, un vero record nella storia delle amministrative scaligere. E a supporto dell’avvocato sono giunti più volte in riva all’Adige anche il governatore Luca Zaia e la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Silvio Berlusconi ha invece invitato a votare Sboarina tramite un videomessaggio.

Sul ballottaggio non si è invece espresso il Movimento 5 Stelle, il cui candidato sindaco, Alessandro Gennari, al primo turno aveva conquistato il 9,52 per cento. Lascia «libertà di scelta», poi, Filippo Grigolini del Popolo della Famiglia (3,35 per cento), invita all’astensione Roberto Bussinello di Casapound (1,05 per cento) e infine ha dichiarato che non andrà a votare, Michele Bertucco di Sinistra in Comune e Verona in Comune (4,61 per cento).

Ma quali saranno gli equilibri a Palazzo Barbieri il giorno dopo la vittoria dell’uno o dell’altro candidato? Se il ballottaggio decretasse un’affermazione di Sboarina, alla sua maggioranza di 23 consiglieri comunali, sindaco compreso, si aggiungerebbe quindi Michele Croce. Il gruppo più numeroso, con 11 consiglieri, sarebbe quello di Battiti per Verona Domani, nato dall’unione della civica di cui lo stesso Sboarina è presidente e da quella guidata da Matteo Gasparato e Stefano Casali. La Lega Nord ne avrebbe sette, Fratelli d’Italia due così come Forza Italia. Se dalle urne, alle 23 di oggi, uscisse vincitrice Patrizia Bisinella, spina dorsale della sua maggioranza sarebbe la Lista Tosi guidata dal sindaco uscente. Quattro seggi spetterebbero ad Ama Verona e due a Fare!.

Ma i due contendenti dovranno fare i conti con un altro temibile avversario: l’astensionismo. Al primo turno dell’11 giugno, a scuole già chiuse, aveva votato solo il 59 per cento degli oltre duecentomila aventi diritto. A giugno ormai inoltrato e con temperature che sfiorano i 40 gradi, l’ultima sfida si giocherà, quindi, tra chi riuscirà a convincere il maggior numero di elettori a rinviare l’appuntamento con il lago o la montagna.

Enrico Santi

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