Farsi un selfie in situazioni pericolose non è un gioco da ragazzi. Eppure anche a Verona preadolescenti o adolescenti usano il cellulare come se fosse un bazooka e crescono le tipologie di reati che mirano non solo, come accaduto al tredicenne di Soverato, ad avere uno sfondo più attira-like per il proprio profilo, ma ad atti di prevaricazione, pedopornografia e bullismo.
Nel Veronese l’anno scorso sono stati tre i selfie che hanno avuto come sfondo improprio le rotaie di un treno, 4 le sfide rimbalzate di cellulare in cellulare a chi resiste di più ad azioni di soffocamento (choking games), una ventina i casi di autolesionismo filmati e condivisi. Una ventina anche le gare tra chi ingurgita più alcolici (neck nomination), sottovalutate ma attuali le condivisioni di foto erotiche tra fidanzati poi usate a scopo ricattatorio (sexting).