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Se il Comune non può ci pensano i cittadini

La Posta della Olga
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La Posta della Olga
La Posta della Olga

Il sindaco Sboarina e i suoi assessori fanno tanti bei discorsi sulla sicurezza dei cittadini e sulla salute dei loro polmoni - scrive la Olga - ma poi la cosa più elementare la trascurano. Ne parlavamo io e il mio Gino mentre facevamo in auto il giro delle periferie, uno svago che ci permettiamo quando vogliamo farci venire la malinconia incamerando immagini di degrado. Il mio Gino guidava e io fotografavo con la macchinetta vinta a una pesca di beneficenza. La prima cosa che ci colpisce quando facciamo questi giri è che la gente, anche nelle strade più trafficate, attraversa dove non ci sono le strisce pedonali o, almeno, così ci pare perché le strisce sono così stinte da essere invisibili agli automobilisti e anche ai pedoni che però, intravedendole appena o ricordando dov’erano quando erano visibili, si fiondano da un marciapiede all’altro con decisione. Ogni volta che vediamo delle strisce invisibili io scendo a fotografarle. «Se vede calcòssa?» mi urla il mio Gino che mi guarda dal finestrino dell’auto. «Qualche residuo di bianco sporco tra i pori dell’asfalto carolà ma i podarìa èssar schiti de colombo» gli rispondo. Dopo il tramonto gli schiti, non essendo luminescenti, smettono di essere dei punti di riferimento per i pedoni. Una volta tornati a casa, facciamo il conto delle persone che avremmo tirato sotto se il mio Gino non avesse guidato ai 10 all’ora. Nei nostri giri della malinconia notiamo anche che le strisce, più o meno invisibili, sono state disegnate immediatamente dopo le curve e che non sono annunciate da alcun cartello segnaletico. Sono sicura che se il sindaco, notoriamente molto impegnato a fare dell’altro, pregasse i cittadini di prendersi carico delle strisce scendendo di casa col penèl e el sécio de bianco, otterrebbe una risposta entusiastica. Ma dopo che un immigrato di buona volontà è stato multato in via XXIV Maggio perché colto in flagrante mentre ramazzava, nessuno si azzarda a prendere l’iniziativa. L’unico che ha rischiato è stato l’imbianchino Alfio detto Goghèn che ha ridipinto le strisce davanti al bareto dopo che el Coramèla era stato investito, pur di striscio, da una Gilera guidata da sua moglie che sostiene di non averlo riconosciuto sennò lo avrebbe centrato in pieno. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvino Gonzato

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