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Se i banchi dei piassaròti traslocano nel pieno della notte

Vorrei vedere - scrive la Olga - con quale coraggio il Comune multerà i bar fracassoni adesso che ha deciso che le operazioni di sgombero dei banchi di piazza Erbe debbano avvenire, nel periodo tra il 26 maggio e fino a ottobre, non più di sabato pomeriggio ma dalla mezzanotte alle quattro del mattino. Già di giorno, il trasloco di questi pachidermi (no iè più i bancheti de ’na òlta) si compie con inevitabile gran fracasso, figuriamoci di notte quando il fracasso viene amplificato dal silenzio della città deserta o quasi. La notte è fatta per amare, cantava Neil Sedaka, ma c’è anche qualcuno che dorme. Di questo penso che la solerte assessora al commercio Francesca Toffali abbia conoscenza ed è per questo che i residenti confidano che troverà il sistema - se non lo ha ancora annunciato significa che ci sta lavorando - perché tutto avvenga nel rispetto di quella debolezza umana che è il sonno. Se ciò non accadrà, non vedo perché bar e baretti non dovrebbero far casino anche di notte senza essere disturbati dai vigili. La Esmeralda che abita in piazza Erbe dice che già adesso, per non sentire il chiasso che sale dai plateatici dei vari locali pubblici, dorme con i cetrioli nelle réce ma si domanda cosa si dovrà mettere quando i banchi verranno rimossi di notte. In una lettera pubblicata dal nostro giornale pochi giorni fa, un lettore diceva che l’amministrazione di questa città fa di tutto per accontentare i commercianti a scapito dei residenti. Si riferiva alle sagre settimanali, ma il nuovo provvedimento darebbe un’ulteriore mano anche ai piassaròti che potranno vendere le loro gondoléte de Venèssia fino alle 20 del sabato sera con buona pace di chi si era abituato a godersi il toloneo libero già dal pomeriggio. Profonda conoscitrice della storia di piazza Erbe («È una piazza antichissima». Già, e più si va avanti più diventa antichissima) l’assessora Toffali avrà studiato a fondo il problema prima di decidere di rendere visibile la Storia solo la domenica. Giustamente potrebbe aver pensato che le cose preziose lo diventano ancora di più se non ci si abitua alla loro vista. Quindi non si tratterebbe di un nuovo aiutino ai commercianti ma di una questione di filosofia estetica. Ho provato a dirglielo alla Esmeralda ma mi ha mandato a cagar sulle suche. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Silvino Gonzato

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