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Scuolabus e bulli, sì al giro di vite

Gli scuolabus in città sono 36 e trasportano circa 600 studenti al giorno FOTO MARCHIORI
Gli scuolabus in città sono 36 e trasportano circa 600 studenti al giorno FOTO MARCHIORI
Gli scuolabus in città sono 36 e trasportano circa 600 studenti al giorno FOTO MARCHIORI
Gli scuolabus in città sono 36 e trasportano circa 600 studenti al giorno FOTO MARCHIORI

Sospendere i ragazzini indisciplinati sullo scuolabus? Ben venga. Che vadano a piedi o accompagnati da mamma e papà. Piace anche a Verona, sia al Comune che al Consorzio Conav che ha l’appalto degli scuolabus gialli per le scuole medie, la decisione del Comune di Brenzone di punire così i ragazzini che fanno i bulletti durante il trasporto scolastico. Un giro di vite necessario anche in città perché i casi di maleducazione, indisciplina, violenza, o addirittura bullismo sono frequenti. Lo saluta con favore il consorzio Conav, che svolge il servizio di trasporto scolastico per diversi istituti di città a provincia. «Lo si dovrebbe estendere a tutta Verona», commenta Ilenia Dall’Omo, presidente del consorzio. «I ragazzi devono capire che le regole vanno rispettate e le famiglie rendersi conto che su certe cose non si può sorvolare. Perché i loro figli, come si comportano sul pulmino, si comportano altrove». Il Conav ha in appalto il servizio di trasporto scolastico anche nel comune capoluogo. Trentasei linee, e altrettanti mezzi, per un totale di circa 600 bambini e ragazzi trasportati ogni giorno. Di questi, 347 frequentano le scuole secondarie di primo grado. Dieci, in totale, quelle coperte dal servizio. Ed è dove salgono i più grandicelli, che si vede un po’ di tutto. Per loro non c’è l’obbligo di essere accompagnati e ripresi alla fermata, né è previsto un assistente a bordo come sui pulmini diretti alle scuole dell’infanzia. «Ma non parlerei di atti di bullismo nel senso stretto del termine», precisa Dall’Omo. Anche lei, fra l’altro, guida uno scuolabus, nella zona a est della città. «Alcuni se la prendono con il compagno più debole, oppure fanno “gruppetto” contro i più piccoli proibendo loro di sedersi. Sono dispetti, sgambetti o spintoni. Oppure fanno i maleducati, non ne vogliono sapere di stare seduti al proprio posto». Però «quando si tratta di ragazzini stranieri, c’è anche il problema delle battaglie fra etnie. Allora arrivano alle mani, si rovinano a vicenda libri, quaderni e cartelle. Tempo fa abbiamo anche trovato un coltellino sui sedili». Le zone più calde sono Borgo Venezia e Borgo Roma. Quest’ultima zona è stata oggetto della segnalazione più recente al Comune, spiega la presidente di Conav. «Su alcuni mezzi abbiamo messo un’assistente. Ma l’ente locale non lo paga, se non ritiene che sia necessario. Così lo facciamo di tasca nostra, magari solo per un periodo. Prima di tutto per l’incolumità dei ragazzi, che stanno più tranquilli sentendosi controllati. E poi per l’autista, che deve pensare a guidare, e non a fare da paciere. Ricordo che siamo responsabili di ciò che accade a bordo. Ci sentiamo poco tutelati dalla normativa» che, appunto, prevede l’accompagnamento solo per la scuola dell’infanzia. Michele Marchesini ha 39 anni, da 13 guida uno scuolabus a Borgo Trento. «Un’isola felice», sottolinea, «ma con 35-40 ragazzini a bordo, bisogna fare questo lavoro con un occhio alla strada e l’altro allo specchietto». I ragazzini, racconta, «si fingono grandi. Dicono parolacce a raffica, parlano di volgarità e snobbano i divieti. Un paio di volte mi è toccato pure qualche insulto. Per fortuna hanno compagni che alzano la voce per farli smettere. Da parte nostra, se il richiamo verbale non funziona, si ferma lo scuolabus alla prima piazzola disponibile. Si calmano subito, nella maggior parte dei casi». •

L.Per.

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