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Posti scoperti in Veneto

Scuola in... ritardo
Valzer dei prof
e cattedre in bilico

A Verona, in primavera, concorsone per 1.670 candidati
A Verona, in primavera, concorsone per 1.670 candidati
A Verona, in primavera, concorsone per 1.670 candidati
A Verona, in primavera, concorsone per 1.670 candidati

Forti ritardi sui tempi delle prove orali e un numero di cattedre a disposizione maggiore di quanti potranno essere, già dopo i risultati dello scritto, i possibili vincitori: sull’anno scolastico che sta per iniziare incombono questi due risvolti critici del concorsone dei docenti, segnalati in tutta Italia. Quanto a numeri, nel Veneto, il concorsone ha avuto 14.444 domande, ma solo 5.698 candidati hanno sostenuto la prova scritta e di questi gli ammessi all’orale sono stati 3.134, in percentuale il 55 per cento, dieci punti in più rispetto alla media nazionale (del 44,8).

Come è, nei dettagli, la situazione qui a Verona? Va detto subito che il concorsone ha visto, anche nella nostra regione, un’enorme macchina organizzativa, gestita dall'Ufficio scolastico regionale che ha ripartito questi esami fra le sette province venete. A Verona, sono stati assegnati 1.670 candidati, che hanno sostenuto il concorso per matematica e scienze nella scuola media di primo grado, per scienze matematiche applicate per la scuola di secondo grado, per scienze motorie, per musica, per matematiche (fisica e matematica), per la lingua italiana agli stranieri e per il sostegno nella scuola primaria.

A Venezia, Vicenza, Belluno, Padova e Rovigo le altri classi di concorso. Quindi, sarà solo con la conclusione dei lavori delle commissioni di tutti questi concorsi, che si potrà completare il quadro dei posti vacanti nelle scuole veronesi. Sempre che, come sta succedendo, non ci siano più cattedre vuote che candidati a ottenerle.

Il primo aspetto critica è data dai tempi delle prove orali. Così, se a Venezia non è stata ancora ultimata la correzione del compito scritto dei maestri e delle maestre e le commissioni sono state rifatte più volte, e se, a Vicenza, per interrogare i candidati di lettere si andrà avanti fino al 29 novembre, da noi, a Verona, la situazione più problematica per il rispetto dei tempi riguarda matematica e scienze alle medie: gli orali dei 407 ammessi (su 525 iscritti) si concluderanno l'11 novembre. Invece, da noi, spulciando i calendari pubblicati nel sito dell'Ufficio scolastico regionale, per le altre materie, gli orali termineranno tra metà settembre e metà ottobre (il 18 ottobre per i 70 candidati di scienze matematiche applicate). Una girandola insomma che tra trasferimenti e assegnazioni durerà fino alla vigilia di Natale.

Duro a questo proposito il commento di Beatrice Pellegrini, segretaria provinciale della Cgil Flc: «Era stato assicurato dal ministero dell’Istruzione che il 15 settembre in cattedra ci sarebbero stati i vincitori del concorsone. Invece, per quanto riguarda le classi di concorso che sostengono gli esami nel Veneto, per alcune di esse, si andrà avanti fino a metà novembre. E questo significa che la scuola, anche quest'anno, inizia con disagi e rallentamenti e, per i primi mesi di lezione, in cattedra ci saranno ancora, come sempre, supplenti. Peraltro», continua, era prevedibile, visto che il concorso è stato indetto a maggio e, dunque, non c'erano i tempi sufficienti per concludere i lavori».

L'altro aspetto critico del concorsone riguarda l’alta percentuale di bocciati, dopo la prova scritta, un dato che mette in crisi, in questo caso, il completamento delle cattedre con docenti vincitori di concorso. Numeri inaspettati, dal momento che tutti i candidati, per poter partecipare al concorso, dovevano essere abilitati all’insegnamento e molti di loro vantano anni di lavoro nella scuola. Qualche dato? Dei 274 insegnanti di sostegno alle elementari che hanno fatto domanda di concorso, si sono presentati in 250 e sono passati in 165, ma alle scuole del Veneto ne servono 346. Più del doppio. Per musica si sono presentati in 197, sono passati in 42, ma c'è posto per 45, sempre a livello regionale, 30 alle medie e 15 alle superiori. Anche se passeranno tutti all’orale, restano tre cattedre vuote.

Anche da Vicenza, arrivano notizie poco confortanti per i professori di lettere: la prova che ha visto il maggior numero di partecipanti (890), è stata passata da 463 candidati, ma i posti vacanti sono 599: 140 cattedre rimarranno scoperte. Più rosea la situazione di italiano per stranieri: lo scritto è andato bene per 44 candidati su 63 e ne servono 42. C'è da augurarsi che qui non sia l'orale a fare "strage".

Come giudicano i sindacati della scuola questa situazione? Durissima l’opinione di Antonina Gulotta, coordinatrice provinciale della Gilda: «Il nostro è un giudizio molto negativo. Il concorsone è stato una messa in scena: si è voluto far credere che il governo aveva la volontà di dare il ruolo a tanti docenti di seconda fascia, con abilitazione, che da anni lavorano nella scuola, per poi mostrare con le bocciature che questi laureati non sono all'altezza di insegnare». Ricordiamo anche che tutti questi candidati hanno frequentato i Pas e i Tfa, cioè i percorsi abilitanti speciali e i Tirocini formativi attivi, gestiti dalle Università per preparare all’esame. «Ognuno di loro ha speso circa 3.000 euro per frequentarli, con il risultato che si è visto bocciato all'esame». La coordinatrice della Gilda non ha dubbi: «il difetto è nel tipo di prove, non nella formazione dei candidati».

Aggiunge Beatrice Pellegrini della Cgil Flc: «L’alta percentuale di bocciati è legata al modo in cui sono state formate le commissioni: i commissari non sono stati scelti in base a competenze ed esperienze, ma si sono accettate le disponibilità, senza nessuna verifica, e senza chiarezza sui compensi, sulle mansioni e sui termini del lavoro». Aggiunge: «Questo ha portato a defezioni fin da luglio per i carichi e gli oneri, anche perché i commissari non sono stati dispensati dai servizi. E così non si poteva lavorare con serenità e competenza».

Gilda mette in rilievo anche le modalità delle prove: «Siamo anche molto critici», aggiunge Gulotta «sulle modalità dell'esame: in tempi assai ristretti (150 minuti) dovevano essere predisposte della unità didattiche, per le quali serve molto più tempo e chi lavora nella scuola impiega più giorni. Anche la formulazione delle richieste era esorbitante. Non si possono trattare in questo modo docenti che insegnano da anni e che vantano competenze didattiche significative. Per non parlare degli errori. In una classe di concorso per insegnanti tecnico-pratici degli istituti di moda, con un'unica sede di esame in Lombardia, su otto candidati veneti solo una, in un primo momento, era stata ammessa all'orale. È stato necessario un ricorso».

Pellegrini della Cgil Flc segnala un altro aspetto critico: «Ho letto sui giornali, percentuali e numeri dei bocciati, ma vorrei far presente che, al momento, non abbiamo un monitoraggio ufficiale degli esiti: sono d'accordo al rispetto della privacy, ma conoscere la percentuale dei promossi sarebbe utile. I dati forniti, infatti, sono stati meramente calcolati tra il numero di candidati che hanno fatto domanda, tra coloro che si sono presentati alla prova scritta e gli ammessi all'orale. Da qui, sono venute fuori le percentuali ma è su dati ufficiali che si dovrebbe discutere».

Entrambe non hanno dubbi: «Il concorsone è stato un grande pasticcio, che si tradurrà in un forte disagio per studenti e famiglie che, ad inizio anno, si vedranno ancora una volta assegnare supplenti temporanei».

Emma Cerpelloni

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