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Scuola e pensioni, è allarme presidi

Albino Barresi, nuovo direttore dell’Ufficio scolastico provinciale FOTO MARCHIORIPer le scuole si annuncia un nuovo anno scolastico in salita
Albino Barresi, nuovo direttore dell’Ufficio scolastico provinciale FOTO MARCHIORIPer le scuole si annuncia un nuovo anno scolastico in salita
Albino Barresi, nuovo direttore dell’Ufficio scolastico provinciale FOTO MARCHIORIPer le scuole si annuncia un nuovo anno scolastico in salita
Albino Barresi, nuovo direttore dell’Ufficio scolastico provinciale FOTO MARCHIORIPer le scuole si annuncia un nuovo anno scolastico in salita

AAA cercansi presidi disperatamente. A settembre l’avvio dell’anno scolastico si preannuncia in salita: mancano dirigenti scolastici e altri sette stanno per andare in pensione. Perciò altrettanti istituti, fra comprensivi e superiori, si vedranno assegnare un reggente che oltre a gestire la propria sede se ne accolla un’altra per un anno. E a Verona sono già una quarantina le scuole con il capo «in prestito». Il turnover dei dirigenti è bloccato per via del concorso, che manca dal 2011. Dopo tanti rinvii, la prova prelesettiva è in programma il 23 luglio. Ma per una nuova infornata di presidi – se andrà bene, ne entreranno in ruolo 2.500 in tutta Italia e si coprirà il 95 per cento dei posti vacanti – bisognerà aspettare almeno fino a settembre 2019. A dire il vero «un’alternativa per evitare la reggenza ci sarebbe» spiega Albino Barresi, nuovo direttore dell’Ufficio scolastico provinciale «ovvero il trasferimento da altre regioni dei dirigenti scolastici che a noi mancano. C’è la mobilità interregionale, qualcuno potrebbe volersi spostare. Ma francamente mi pare un’eventualità remota». In riva all’Adige non è l’unica emergenza. Nelle scuole italiane è boom di pensionamenti. A Verona ne sono previsti 494. Si ritirano 7 dirigenti scolastici, 351 insegnanti (34 all’infanzia, 120 alla primaria, 97 alle secondarie di primo grado e 100 alle superiori) e 136 fra bidelli, segretari e assistenti amministrativi. Numeri che potrebbero aumentare se qualcuno decidesse di approfittare dell’Ape sociale o si vedesse riconosciuta dall’Inps la certificazione di lavoratore precoce. In questi ultimi casi «si tratterebbe di poche unità» spiega il dirigente dell’Usp Albino Barresi. «In generale il dato non è di molto superiore all’anno scorso, quando i pensionamenti furono 450». Il trend è in crescita «ma per ora non mette in pericolo la ripresa dell’anno scolastico». C’è carenza anche di Dsga, cioè i direttori dei servizi generali e amministrativi che oggi ricoprono un ruolo chiave nelle scuole per l’organizzazione delle segreterie, la contabilità e la gestione del personale Ata. Un altro concorso di cui si parla a vuoto da anni, anche se il neo ministro dell’Istruzione Marco Bussetti ha assicurato l’avvio del bando a stretto giro durante la presentazione in Senato delle linee programmatiche del suo dicastero. Alcuni istituti veronesi sono già affidati a Dsga «titolari» di altre sedi, altrove ci sono assistenti amministrativi che garantiscono la copertura dopo aver acquisito la funzione superiore, quindi potendo svolgere le mansioni dei direttori dei servizi. Ma il prossimo autunno si perderà un’altra decina di queste figure, sempre per effetto dei pensionamenti. Capita così che l’istituto agrario Stefani-Bentegodi di Isola della Scala, oltre 1.700 studenti e quattro succursali sparse per tutta la provincia, a settembre si ritroverà senza il preside (va in pensione Filippo Bonfante) e anche senza il direttore dei servizi generali e amministrativi. «Casi come questo possono accadere. In provincia di Verona ci sono pure scuole che hanno sia i presidi che i Dsga in reggenza. Tuttavia, quando succede a scuole così popolose è un dramma» sottolinea Barresi. Comunque «ho chiesto all’Ufficio scolastico regionale una deroga ai criteri per alcuni istituti per così dire sorvegliati speciali, come l’agrario» prosegue il provveditore Barresi. «Per consentire ai dirigenti che accettano la reggenza (sono volontari con un indennizzo, ndr) di potersi spostare fisicamente da un istituto all’altro in mancanza anche del Dsga, nonostante siano assunti da meno di tre anni». Lo vieterebbe il vincolo triennale legato alla mobilità del personale introdotto nel 2015 dalla 107, la legge di riforma del sistema d’istruzione. Sarebbe «un aggiustamento, in attesa del concorso». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Laura Perina

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