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Cattedre scoperte

Scuola, è crisi
d’insegnanti
Ma ne arrivano 200

La girandola di cattedre durerà alcune settimane
La girandola di cattedre durerà alcune settimane
La girandola di cattedre durerà alcune settimane
La girandola di cattedre durerà alcune settimane

Cattedre scoperte e altri posti vacanti nelle scuole: una prima «iniezione» di forze arriverà entro il 10 novembre. Duecento insegnanti originariamente esclusi, ma che poi hanno vinto il ricorso al Tar o al Consiglio di Stato, saranno reinseriti in graduatoria. Alcuni di loro potrebbero scalzare professori già al lavoro, mantenendo dunque inalterato il numero totale dei docenti. Tuttavia, «con questa operazione si rivitalizzano alcune liste che erano esaurite, come quelle degli insegnanti di materie scientifiche, sempre in numero inferiore alla necessità», spiega Stefano Quaglia, direttore dell’Ufficio scolastico provinciale.

Ma i gravi problemi di organico, che riguardano anche gli altri lavoratori della scuola, sono tutt’altro che risolti e si trascineranno lungo il primo quadrimestre. Difficile perfino quantificare il personale necessario: lo si fa un po’ alla volta, mano a mano che le nomine procedono. Dopodiché, sempre in modo graduale, vengono presentate le richieste per le posizioni ancora scoperte. È di ieri, ad esempio, l’autorizzazione per la concessione a Verona di ulteriori 33 posti per dipendenti Ata (amministrativi, tecnici, ausiliari), cioè 24 bidelli e 9 segretari. Lo rende noto lo stesso dirigente Quaglia. Più 16 posti anche per il sostegno agli studenti disabili (1.477 cattedre in tutto).

Per quanto riguarda le supplenze a tempo determinato, salvo rettifiche, saranno 20 cattedre e 22 spezzoni per la scuola dell'infanzia; 157 cattedre e 78 spezzoni per la scuola primaria; 163 cattedre e 157 spezzoni per la scuola secondaria di primo grado (medie); 257 cattedre e 267 spezzoni per la scuola secondaria di secondo grado (superiori). Solo alle elementari sono previste 146 nomine in ruolo.

Il vero nodo, paradossalmente in tempo di crisi, è che mancano docenti. E questa è una realtà drammatica soprattutto per il sostegno agli studenti disabili, che nelle scuole veronesi sono 3.346. Ci pensano le scuole, nel frattempo, a tamponare con il proprio organico, ma il più delle volte non basta. «Quest’anno è peggiore dei precedenti. Non è una situazione che riguarda solo Verona, ma tutta Italia», spiega Michele Bonetti, responsabile dell’Ufficio Integrazione dell’Ufficio Scolastico. «L’insegnante di sostegno è un lavoro difficile che va svolto con la necessaria formazione e anche motivazione. Ma i corsi scarseggiano. E all’ultima chiamata di immissione in ruolo, si è presentato un docente su dieci». Succede perché, di solito, gli insegnanti si mettono in graduatoria per il posto ordinario e, solo in subordine, per quello di sostegno. «La Buona Scuola», chiarisce Valeria Tosi, responsabile dell’Ufficio Reclutamento, «è andata nella direzione giusta di reclutare nuovi insegnanti di sostegno. Ma si tratta di un procedimento lungo, non ancora finito».

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