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La tragedia

Scopre la madre
morta di overdose
Pusher in manette

La tragedia
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona
Il tribunale di Verona

Una cessione di droga fatale: dopo aver assunto stupefacente in casa, insieme ad un conoscente, a trovarla priva di vita è stata la figlia.

E da un paio di giorno un trentenne di nazionalità tunisina è sottoposto a fermo del pm per l’ipotesi prevista dall’articolo 586, ovvero quando «da un fatto preveduto come delitto doloso deriva, quale conseguenza non voluta dal colpevole, la morte o la lesione di una persona». E in questo caso l’uomo le aveva ceduto cocaina, la stessa che avevano assunto insieme. Stamattina comparirà davanti al giudice per le indagini preliminari Luciano Gorra per la convalida.

Una vicenda resa ancor più drammatica dal fatto che a scoprire il cadavere è stata la figlia, che era in casa ed era andata a dormire. L’ha trovata a terra e ha chiamato la polizia.

Stando ad una prima ricostruzione l’indagato era un conoscente della donna e la sera del 23 maggio si erano visti. Lui sarebbe andato a casa (in zona Stadio) a prenderla, sono usciti per un paio di ore e avrebbero fatto rientro prima di mezzanotte. Il trentenne si era fermato a casa, la ragazza era invece andata a dormire. Una volta scoperto il cadavere il trentenne era stato rintracciato e sentito come testimone poichè sulla signora non erano stati rinvenuti traumi di sorta che potessero far propendere per un decesso causato dall’azione di terze persone.

È stato sentito ma nel corso dell’audizione, avvenuta alla presenza del pm di turno, la dottoressa Federica Ormanni, sarebbero emersi particolari che hanno indotto il magistrato a interrompere l’audizione e a nominare un difensore per l’indagato. Lui avrebbe ammesso di aver ceduto cocaina alla donna e di averla assunta insieme a lei, a casa dove sono state trovate tracce che confermano tale circostanza. Dopo lo «sballo» lui se ne è andato e con tutta probabilità la donna è morta poco dopo, senza riuscire a chiedere aiuto. La circostanza che non abbia un domicilio ha fatto scattare il fermo (pericolo di fuga) e oggi, nel corso della convalida, sarà assistito dall’avvocato Simone Bergamini.

F.M.

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