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Scolorite e invisibili Le strisce pedonali diventano trappole

Lungadige Porta Vittoria: una mamma si appresta ad attraversare su strisce invisibili FOTO MARCHIORI
Lungadige Porta Vittoria: una mamma si appresta ad attraversare su strisce invisibili FOTO MARCHIORI
Lungadige Porta Vittoria: una mamma si appresta ad attraversare su strisce invisibili FOTO MARCHIORI
Lungadige Porta Vittoria: una mamma si appresta ad attraversare su strisce invisibili FOTO MARCHIORI

Usurate dal traffico e flagellate dagli agenti atmosferici, tanto scolorite da risultare quasi invisibili sebbene si trovino in prossimità di punti pericolosi: anche le strisce pedonali diventano una trappola. Martedì a San Massimo, in via Lugagnano, un uomo di 90 anni ha perso la vita dopo essere stato travolto da un'auto mentre attraversava sulle «zebre» semicancellate di un vecchio passaggio pedonale. Secondo il Codice della strada la segnaletica verticale prevale su quella orizzontale, ma non sempre basta ad attirare l'attenzione degli automobilisti. E infatti per i pedoni sono tempi duri un po' dappertutto, fra attraversamenti oscurati dalla scarsa visibilità e dalla mancanza di illuminazione. Dalle Circoscrizioni arriva la mappa dei luoghi critici dove si dovrebbe intervenire per evitare altri incidenti gravi. Nel territorio della Prima (centro storico, Veronetta, Cittadella, San Zeno) è sorvegliato speciale l'attraversamento pedonale di lungadige Porta Vittoria che si trova davanti all'ingresso del museo di Storia Naturale. «Le strisce sono sbiadite e di sera praticamente non si vedono. E lì è tutto un via vai di studenti dell'università», denuncia Luisa Sartori, che nel parlamentino di quartiere è responsabile della commissione Viabilità e sicurezza. Ad aprile scorso da Palazzo Barbieri era arrivata la richiesta di un incontro per individuare quali attraversamenti mettere in sicurezza tramite tecnologia led, i cosiddetti «occhi di gatto» riflettenti. Allora era stata stilata una lista che comprendeva, fra gli altri, il passaggio pedonale che «taglia» via Venti Settembre all'altezza di piazza Santa Toscana, dove un semaforo c'è ma è disattivato e attraversare la strada è un terno al lotto. In Seconda (Borgo Trento, Avesa, Quizano, Parona, Valdonega e Ponte Crencano) la priorità è l'incrocio fra via Mameli e via Mercantini, già teatro di alcuni incidenti gravi, per cui sono stati chiesti «il rifacimento delle strisce e un pannello verticale luminoso», spiega il coordinatore della commissione Strade, Massimiliano Barbagallo. A ciò si somma «la necessità di un autovelox a Ca' di Cozzi per la sicurezza dei ragazzi che frequentano la succursale del liceo Fracastoro». Ma si potrebbe andare avanti. Il consigliere comunale Federico Benini, capogruppo del Pd, sta mappando gli incroci a rischio nel resto delle circoscrizioni con le segnalazioni che arrivano dai «suoi» sul territorio. Se la situazione è tutto sommato sotto controllo in Terza («l'attraversamento più rischioso si trova a Chievo ed è di fronte alla Fainelli-Gandhi la scuola secondaria in via Puglie», dice), in Quinta (uniche segnalazioni, gli incroci di via Ca' di Aprili con via Muraiola e via Belfiore con via Della Libertà), in Settima e Ottava (dove la vexata quaestio è l'attraversamento di via Valpantena prospiciente l'ospedale di Marzana, molto utilizzato da chi arriva in clinica con l'autobus), sia in Quarta che in Sesta l'elenco sembra non avere fine. Nel primo caso, fra Santa Lucia, Golosine e Madonna di Dossobuono, i punti classificati pericolosi per i pedoni sono una decina. • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Laura Perina

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