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Studenti sul piede di guerra

Scatta la protesta
sull'alternanza
scuola-lavoro

Studenti sul piede di guerra
Alunni in classe in una scuola superiore
Alunni in classe in una scuola superiore
Alunni in classe in una scuola superiore
Alunni in classe in una scuola superiore

Studenti delle superiori sul piede di guerra in tutto il Paese, che domani sarà percorso da un’ondata di protesta, da Verona alla Sicilia. Quest’anno, all’ordine del giorno, c’è l’alternanza scuola-lavoro, che la legge 107 del 2015 (la “Buona Scuola”) ha reso obbligatoria per tutti gli studenti dell'ultimo triennio, con 200 ore nei licei e 400 negli istituti tecnici e professionali.

 

Un’esperienza che, però, alla fine del primo triennio di applicazione gli studenti giudicano, se non bocciata, quantomeno rimandata a settembre. Tanto che domani i ragazzi potrebbero disertare non solo le aule ma anche l’azienda o l’ufficio dove sono attesi per l’alternanza.

 

Secondo uno studio i dati sono preoccupanti: il 57% frequenterebbe percorsi di alternanza non inerenti al percorso di studi, al 40% sarebbero stati violati i diritti sul luogo di lavoro, mentre il 38% avrebbe dovuto sostenere delle spese per svolgere le ore obbligatorie. Uno su tre avrebbe addirittura pagato per partecipare al programma.

Elisa Pasetto

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