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Scatta l’allerta per il morbillo
Un decalogo in tutte le scuole

La vaccinazione anti morbillo è sempre più consigliata
La vaccinazione anti morbillo è sempre più consigliata
La vaccinazione anti morbillo è sempre più consigliata
La vaccinazione anti morbillo è sempre più consigliata

Siamo arrivati a 1.739 casi, 15 solo nell’ultima settimana. Il morbillo sta infettando l’Italia da nord a sud e le più colpite sono le persone tra i 15 e i 39 anni, seguiti dai bambini nella fascia d’età fino ai 14 anni, tant’è che il Ministero della Salute scrive anche agli Uffici scolastici regionali per fornire indicazioni operative sulla gestione dell’epidemia.

«Sì, un paio di settimane fa è arrivata una circolare dal direttore generale dell’Ufficio del Veneto, Daniela Beltrame, con le direttive della Direzione generale della Prevenzione sanitaria in allegato. Il morbillo sta suscitando un certo allarme anche nella nostra regione, per cui l’abbiamo subito diramata ai dirigenti di tutte le scuole di città e provincia, di ogni ordine e grado» conferma il dirigente scolastico provinciale, Stefano Quaglia.

L’informativa, come si legge nel testo, raccomanda una fattiva collaborazione con i dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie locali ed è finalizzata a favorire la realizzazione di iniziative a carattere illustrativo e informativo sull’importanza, l’efficacia e la sicurezza della vaccinazione e, di contro, sui rischi di contrarre il morbillo in età adulta o durante la gravidanza.

In riva all’Adige, dati alla mano, da gennaio si è registrata un’impennata allarmante dei casi di morbillo e siccome le persone contagiate sono soprattutto giovani adulti tra i 26 e i 40 anni, «la preoccupazione degli Uffici scolastici territoriali è più per le maestre e le insegnanti in giovane età, magari nei primi mesi della gravidanza, che hanno in classe bambini e ragazzi non vaccinati», sottolinea il dirigente Quaglia. Sebbene, assicura, di queste segnalazioni all’Ufficio scaligero non ne sono ancora arrivate.

Dall’inizio dell’anno solo nel territorio dell’ex Ulss 20 siamo già arrivati a 34 contagi, la metà dei quali registrata nell’ultimo mese. Nell’arco di tutto il 2016 ne era stato segnalato solo uno e nel 2015 addirittura nessuno.

«Di questi 34 casi, otto hanno avuto necessità di ricovero ospedaliero», spiega Giuseppina Napoletano, direttrice dell’Unità operativa semplice di Profilassi delle malattie infettive dell’Ulss 9 Scaligera. «Le complicanze più frequenti sono state difficoltà respiratoria, polmonite, otite e in molti casi vomito e diarrea. La maggior parte dei casi si sono diffusi in ambito familiare in soggetti non vaccinati e due casi, padre e figlia, sono stati importati dalla Romania dove dal febbraio 2016 è in corso un’epidemia analoga alla nostra. Inoltre un piccolo focolaio è insorto in operatori sanitari».

Al momento, continua, si segnala un solo caso in ambito scolastico, in una scuola media. Dove, peraltro, «è stata controllata la situazione vaccinale dei bambini che frequentano quella classe e sono risultati tutti vaccinati in modo completo, tranne due che avevano eseguito una sola dose di vaccino e ai quali è stata somministrata anche la seconda».

Tra le azioni programmate dalla Scaligera, spiega Napoletano, «ci sono l’offerta attiva della vaccinazione ai contatti suscettibili di casi di morbillo entro 72 ore dall’esposizione, la verifica dello stato immunitario degli operatori sanitari e, per i bambini suscettibili esposti, l’offerta attiva della prima dose di vaccino a partire dai 6 mesi di età e l’anticipo della seconda dose. L’offerta attiva è anche nei confronti di alcune classi deboli, ad esempio la popolazione Rom».

Laura Perina

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