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Sboarina solidale con i «licenziabili» «Ci muoveremo»

Il corteo di maestre e maestri in via Roma verso piazza Bra FOTO MARCHIORI
Il corteo di maestre e maestri in via Roma verso piazza Bra FOTO MARCHIORI
Il corteo di maestre e maestri in via Roma verso piazza Bra FOTO MARCHIORI
Il corteo di maestre e maestri in via Roma verso piazza Bra FOTO MARCHIORI

Laura Perina Maestre e maestri in piazza contro la sentenza che li licenzia. Ieri sera hanno sfilato in 200 lungo le vie del centro storico, in mano i lumini votivi accessi e reggendo lo striscione «Abilitati quando serve licenziati quando conviene». Dai Portoni Borsari fino alla scalinata di Palazzo Barbieri, dove hanno consegnato all’assessore all'Istruzione Stefano Bertacco e al presidente Antonio Pastorello una lettera in cui si chiede ai consigli comunale e provinciale di premere affinchè la ministra Valeria Fedeli stabilizzi in tempi brevi i precari che da oltre dieci anni tengono in piedi la scuola italiana. In allegato la fotocopia di una mozione approvata di recente dall’Amministrazione di Borgosesia a favore delle maestre che operano nelle scuole piemontesi. «Il Consiglio di Stato ha cambiato le regole in corsa. Ci vuole una sanatoria per rispettare i diritti acquisiti di queste centinaia di persone su cui si reggono le nostre scuole e dietro cui ci sono famiglie da mantenere e mutui da pagare». Vicinanza e solidarietà sono arrivate dal sindaco Federico Sboarina: «Esserci era un dovere morale. Ci faremo sentire nelle sedi opportune», ha dichiarato da piazza Bra. Solidale anche il presidente Pastorello: «Sono qui per solidarietà e contro una sentenza che non ha nulla di razionale». Ha aggiunto Bertacco: «Chi si è pronunciato in quel modo non ha idea di quali saranno le ricadute né quante persone sono coinvolte». Pastorello e Bertacco si sono impegnati a portare la questione all’attenzione del Consiglio provinciale e della Giunta. Il consigliere comunale Alberto Bozza, che era presente, discuterà con il presidente Ciro Maschio per portare alla conferenza dei capigruppo la condivisione di una mozione di solidarietà. Una protesta nata dalla decisione del Consiglio di Stato di tagliare fuori i diplomati magistrali dalle graduatorie a esaurimento (Gae), il canale per ottenere il posto di ruolo, nonostante abbiano lavorato fino a oggi proprio grazie a quel titolo abilitante, sostituito nel 2002 dalla laurea in Scienze della formazione primaria. A Verona sono almeno un migliaio gli insegnanti che si trovano in questa situazione, 800 dei quali alla primaria. «Se venissimo esclusi tutti dalle Gae, a settembre sarebbe un problema coprire i posti. In questo momento, nelle graduatorie, gli abilitati a pieno titolo sono zero», spiega Elena Pasini, maestra a Minerbe, referente per Verona del Movimento Diplomati Magistrali in Gae e già assessore alle Politiche sociali a San Bonifacio. Già nelle scorse settimane si erano mobilitati con diverse iniziative, tra cui lo sciopero nazionale dell’8 gennaio, a cui nella nostra città aveva aderito una maestra su tre. In provincia, dove i plessi scolastici sono meno popolosi, la protesta aveva mandato in tilt il rientro in classe dopo la pausa invernale. I diplomati magistrali faranno sciopero il 10 e il 23 febbraio, mentre sabato 27 gennaio anche da Verona partirà una delegazione per Mestre, dove la ministra Fedeli sarà al convegno sull’istruzione e dell’autonomia organizzato dalla Cisl. •

Laura Perina

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