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Sboarina: «Con me chi crede
che sia il momento di cambiare»

Palazzo Barbieri, sede del Consiglio e dell’amministrazione comunale: domani notte Verona avrà un nuovo sindaco dopo i dieci anni di Flavio TosiIl presidente della Regione Veneto Luca Zaia con Federico Sboarina ieri sera in piazza Bra FOTO MARCHIORI
Palazzo Barbieri, sede del Consiglio e dell’amministrazione comunale: domani notte Verona avrà un nuovo sindaco dopo i dieci anni di Flavio TosiIl presidente della Regione Veneto Luca Zaia con Federico Sboarina ieri sera in piazza Bra FOTO MARCHIORI
Palazzo Barbieri, sede del Consiglio e dell’amministrazione comunale: domani notte Verona avrà un nuovo sindaco dopo i dieci anni di Flavio TosiIl presidente della Regione Veneto Luca Zaia con Federico Sboarina ieri sera in piazza Bra FOTO MARCHIORI
Palazzo Barbieri, sede del Consiglio e dell’amministrazione comunale: domani notte Verona avrà un nuovo sindaco dopo i dieci anni di Flavio TosiIl presidente della Regione Veneto Luca Zaia con Federico Sboarina ieri sera in piazza Bra FOTO MARCHIORI

«Sarò io a portare la stella di sceriffo a Federico». È il viativo del presidente della Regione, Luca Zaia, al candidato sindaco Sboarina nell’ultimo giorno di campagna elettorale, rovente sotto tutti i punti di vista, per il ballottaggio di domani. Per l’occasione la Lega Nord si fa in due.

Comincia Matteo Salvini in mattinata con un tour nei mercati rionali. Poi nel tardo pomeriggio, davanti all’Arena, dove, in serata, andrà in scena il Nabucco, arriva Zaia. Ma il governatore non assisterà alla prima. «Non faccio il red carpet neanche al Festival del cinema» confessa.

Per Salvini la giornata, però, inizia in salita. Il leader del Carroccio deve infatti rinunciare al volantinaggio al mercato di piazza Santa Toscana dove ad attenderlo c’era un gruppo di contestatori. Il tour prosegue in piazza Arditi, a San Zeno e al Saval.

«La gente ci chiede normalità», commenta tra i banchi degli ambulanti, «l’Italia ha bisogno di normalità, vuol dire andare in stazione per prendere il treno per andare a studiare o a lavorare senza essere aggrediti, girare nei parchi e nei giardini senza trovare decine di spacciatori, vuol dire trovare ogni tanto negozi gestiti da italiani, significa sperare che non si pestino tra ubriaconi in piazza Bra».

Arrivando sul Liston, Zaia sottolinea che «la Lega è una, e come una squadra ognuno ha la sua maglia e ci completiamo». Una smentita a chi parla di un volto moderato e di uno più aggressivo nel partito. «Salvini, nonostante l’immagine mediatica, è una persona equilibrata», assicura il governatore, «e del resto anch’io venni tacciato di razzismo quando dissi “prima i veneti“».

Sboarina, nel prendere la parola, prima se la prende con il governo «che ci fa votare nel mese più caldo degli ultimi anni», poi lancia un appello a recarsi alle urne: «È un diritto e un dovere per scegliere chi amministrerà la città, lunedì sarà troppo tardi e la cosa più brutta è vivere di rimpianti». Per il candidato del centrodestra «la scelta è fra chi rappresenta la continuità e chi come noi pensa che sia il momento di cambiare, anche perché l’amministrazione uscente non ha dato grande prova di efficienza, per cui», conclude, «tutti i veronesi innamorati della loro città devono perdere cinque minuti per avviare un grande cambiamento della nostra città, che diventerà una capitale della cultura e con Zaia abbiamo già messo sul tavolo un elenco di priorità da portare avanti insieme».

Il «primo nemico» esclama Zaia «è l’astensionismo». E scherza: «Volevo prendere la residenza qui per votare Federico, ma poi avrei dovuto farlo in tutte le altre città del Veneto». E sottolinea: «La Regione vuol essere della partita sulle molte progettualità, dall’Arena alla sanità, alla sicurezza». E torna a battere il tasto sul tema immigrazione. «Dare ospitalità a tutti non è possibile e prima devono venire i veronesi perché fra i cittadini in difficoltà, prima si devono scegliere quelli del posto». Ma, ai presenti, Zaia raccomanda che «ora bisogna cercare voti fino alle 23 di domenica, pancia a terra». Sboarina si dice fiducioso: «Vinte le elezioni ci sarà da dedicarsi al referendum sull’autonomia di ottobre e poi alle politiche». E.S.

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