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Sanità, l’affondo di Tosi
«È una riforma iniqua»

Medici in una corsia di ospedale. La riforma varata dalla Regione interessa in primo luogo le Ulss che, nella regione, passano da ventuno a nove. A Verona ce ne sarà una solaTosi e Zaia a un appuntamento ufficiale. Il sindaco è stato molto critico nei confronti del governatore
Medici in una corsia di ospedale. La riforma varata dalla Regione interessa in primo luogo le Ulss che, nella regione, passano da ventuno a nove. A Verona ce ne sarà una solaTosi e Zaia a un appuntamento ufficiale. Il sindaco è stato molto critico nei confronti del governatore
Medici in una corsia di ospedale. La riforma varata dalla Regione interessa in primo luogo le Ulss che, nella regione, passano da ventuno a nove. A Verona ce ne sarà una solaTosi e Zaia a un appuntamento ufficiale. Il sindaco è stato molto critico nei confronti del governatore
Medici in una corsia di ospedale. La riforma varata dalla Regione interessa in primo luogo le Ulss che, nella regione, passano da ventuno a nove. A Verona ce ne sarà una solaTosi e Zaia a un appuntamento ufficiale. Il sindaco è stato molto critico nei confronti del governatore

Sulla riforma della sanità veneta da qui a fine dicembre, quando si tireranno le somme del 2016, ne vedremo delle belle. Lo scontro è apertissimo tra sostenitori della riforma e critici impietosi.

Quella che il presidente della Regione, dopo l’approvazione del Pdl 23 che riduce le Ulss a nove e istituisce l’Azienda zero, definisce «la pietra angolare di tutta la legislatura» viene bocciata senza appello dal sindaco Flavio Tosi, ex assessore veneto alla sanità: «È una bestemmia. Punto».

Un giudizio tranchant che salva in parte l’Azienda zero: «È stato evitato il peggio, perché», spiega Tosi, «la prima bozza prevedeva di esternalizzare la sanità rispetto alle decisioni e al controllo della Giunta regionale e del decisore pubblico». E adesso invece? «Adesso somiglia molto alla precedente Ars, l’Azienda regionale sociosanitaria che proprio Zaia aveva abolito. Ora la ripristina di fatto». Dipenderà molto anche da chi andrà a dirigerla... «Ci teneva molto il dirigente Mantoan, ma vedremo».

L’altro caposaldo della riforma varata dal Consiglio regionale è la riduzione delle Ulss con la sforbiciata che le fa passare da 21 a nove.

Zaia dice che si tratta di una razionalizzazione delle spese amministrative sparse nelle varie Ulss per cui le risorse finanziarie verranno spostate «dalla burocrazia alle cure, l’innovazione tecnologica e l’investimento sulle professionalità».

«La riduzione delle Ulss così come è stata approvata non sta nè in cielo nè in terra. È una bestemmia. Da ex assessore dico che è una bestemmia dal punto di vista dell’organizzazione sanitaria perché questa si deve basare, appunto, su criteri sanitari e invece questi non sono nemmeno criteri amministrativi ma solo politici». Il punto critico è lo squilibrio di popolazione tra le varie Ulss: «La Ulss provinciale del Veneto orientale, cioè la nostra che accorpa la 20,21 e 22 non sta in piedi. Proprio perché abbiamo un forte flusso turistico andava creata la Ulss del Garda. La Ulss unica veronese assiste quasi un milione di persone, altre invece hanno 200 o 300 mila assistiti: da una parte sono stati creati mostri come a Verona e Padova e altrove invece ci sono situazioni estremamente più contenute e gestibili. Questo significa una disparità di trattamento dei cittadini assistiti. Incostituzionale».

Che destino può avere questa riforma allora? «Io mi auguro che il Governo la impugni davanti alla Corte costituzionale perché è una riforma profondamente iniqua, non garantisce parità di assistenza. Se crei Ulss da 300 mila assistiti e altre da un milione, qual è quella ottimale? È palesemente anticostituzionale».

Ma l’assessore regionale alla sanità, il veronese Luca Coletto ha già ribattuto ai «poco avveduti critici», come li ha chiamati, precisando che «questa riforma non sfiora nemmeno ospedali, reparti e livello quantitativo e qualitativo delle cure, anche sul territorio, ma crea invece proprio le condizioni perché, attraverso un’organizzazione più snella, si diano servizi ancora più efficaci recuperando risorse dalla spesa amministrativa».

«Balle» taglia corto Tosi. «Coletto è riuscito a danneggiare anche la sua provincia. Ma si tratta di balle perché in realtà questa nuova organizzazione sanitaria è già vigente dal primo gennaio di quest’anno, con il commissariamento per esempio della nostra Ulss che è stata di fatto unificata. E il sistema veneto che sta quindi viaggiando già con 9 Ulss ha fatto registrare nei primi sei mesi del 2016 un passivo record superiore ai 580 milioni. Un record. Se va avanti così non so dove arriveremo e purtroppo per Zaia che già sperava di trovare il capro espiatorio sul quale scaricare tutte le responsabilità per il deficit, il premier Renzi non ha tagliato i fondi per la Sanità ma anzi ha mantenuto le previsioni lasciandole a 113 miliardi e aggiungendo un miliardo per fare nuove assunzioni». Ma il tempo stringe, siamo quasi a fine anno... «Presto arriverà il rendiconto del 31 dicembre e la Regione Veneto sarà obbligata da Roma a ripianare il disavanzo. Come farà a rientrare? Vedremo...». M. BATT.

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