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Salvini suona la carica per Sboarina

Matteo Salvini ieri alla sagra di Tomba Extra FOTO MARCHIORI
Matteo Salvini ieri alla sagra di Tomba Extra FOTO MARCHIORI
Matteo Salvini ieri alla sagra di Tomba Extra FOTO MARCHIORI
Matteo Salvini ieri alla sagra di Tomba Extra FOTO MARCHIORI

Continua il pressing di Matteo Salvini, ieri per la sesta volta in città in neanche tre mesi, sulle elezioni veronesi. La sfidante del suo candidato nella corsa a sindaco in riva all’Adige, lui non la vuol neppure nominare mentre incita i presenti a «conquistare testa e cuore» dei molti che al primo turno non hanno votato. «Perché a decidere chi vince tra Federico Sboarina e quell’altra», esclama, «è proprio chi non va a votare».

Il leader della Lega suona la carica dal palco nell’area verde, gremita di simpatizzanti, della «Casa Vecia» di Madonna di Dossobuono. Con lui, oltre a Sboarina, c’è Marco Padovani, recordman di preferenze della coalizione. Prima di imboccare la strada dell’Alpo, Salvini si era fermato per una birra e un piatto di frittura di pesce alla sagra di Tomba Extra. Nelle stesse ore, a Quinzano, Patrizia Bisinella raccoglieva le sue truppe, anche lì numerose, nell’area adiacente le piscine Santini. E anche ieri Salvini è tornato a polemizzare sui finanziamenti per la campagna elettorale: «Se Sboarina diventa sindaco andrò a vedere chi ha dato loro i soldi».

La serata, poi, Salvini la concluderà in piazza Erbe, insieme al popolo della movida. «Dovete svegliare chi domenica vuole andare al lago, perché l’hanno fatto apposta di farci votare con quaranta gradi all’ombra», urla l’europarlamentare. E sprona i presenti: «In queste ultime 72 ore che restano andate al supermercato, in parrocchia, a messa, per convincere più gente che potete, perché il treno passa solo domenica, dalle 7 alle 23».

Nel suo comizio, il segretario federale della Lega Nord, lascia intendere che quella di Verona, insieme a Padova e Genova, è una partita decisiva sullo scacchiere nazionale: «Non vedo l’ora di festeggiare Bitonci, Bucci e Sboarina per mandarli tutti a casa, poi», promette, «ci vengo a piedi da Milano a Verona». Conclude la serata Sboarina: «Non lasciamo la città in mano a chi non la ama, lunedì sarà troppo tardi». E.S.

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