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Salvini apre a Sboarina e gela la Lega

Leghisti in piazza Bra: da sinistra Da Re, Coletto, De Berti, Salvini, Paternoster e Tosato FOTO MARCHIORI
Leghisti in piazza Bra: da sinistra Da Re, Coletto, De Berti, Salvini, Paternoster e Tosato FOTO MARCHIORI
Leghisti in piazza Bra: da sinistra Da Re, Coletto, De Berti, Salvini, Paternoster e Tosato FOTO MARCHIORI
Leghisti in piazza Bra: da sinistra Da Re, Coletto, De Berti, Salvini, Paternoster e Tosato FOTO MARCHIORI

A Verona, «dove Tosi ha fallito», Matteo Salvini, segretario federale della Lega, apre la pista per il lancio di Federico Sboarina, presidente di Battiti, come candidato sindaco di Lega, Battiti, Fratelli d’Italia, Verona Domani. E anche di Forza Italia. Ciò dopo un accordo nazionale. «Abbiamo tanti amministratori, ma siamo disposti a fare un passo indietro con il nostro candidato», dice il milanese leader del Carroccio. E l’allusione è a Paolo Tosato.

Già. Ma tra dirigenti, amministratori e militanti leghisti veronesi, seppure sempre compatti quando si mostrano all’esterno e tanto più con il loro “capitano”, serpeggia malumore. E un po’ di rabbia. Ciò per il passo indietro chiesto all’ultimo momento dal vertice leghista a Paolo Tosato, senatore e segretario cittadino del Carroccio, già candidato sulla base di primarie fra militanti. Confermato poi dal partito anche a livello regionale.

«Io ringrazio i nostri Paolo», dice Salvini, riferendosi a Tosato e Paternoster, segretario provinciale. È prevalsa quindi nella Lega la linea nazionale, grazie all’eurodeputato e vicesegretario leghista Lorenzo Fontana, veronese, che ha lavorato da quasi un anno per lanciare Sboarina. Capace secondo lui di conquistare voti anche oltre il recinto padan-leghista. Questa discrasia Roma-Verona, via Milano e Bruxelles, è anche la fotografia della giornata di ieri. Che ha visto in città Salvini, per incontrare dirigenti veneti e veronesi della Lega sulle elezioni a Verona. E anche in vista della (già contestata) manifestazione per la legittima difesa che la Lega vuole tenere a Verona il 25 Aprile, con Salvini.

«Sono qui per confermare l’ottimo stato di salute del movimento a Verona e provincia, per preparare la vittoria alle prossime elezioni comunali, per tornare ad amministrare e ad amare questa città». Lo dichiara Salvini, in piazza Bra, fuori dal Liston 12. Dopo aver incontrato all’interno del locale Tosato, l’assessore regionale Luca Coletto, il segretario nazionale della Liga Veneta Giannantonio Da Re, quello provinciale Paolo Paternoster, con Fabio Montoli.

Alla domanda sulla candidatura di Sboarina, ex An, assessore allo sport nella prima Giunta Tosi, fondatore di Battiti con altri esponenti ex Pdl e di centrodestra, Salvini usa la diplomazia. «Fortunatamente abbiamo tanta gente a disposizione e non siamo come Renzi, che vuole tutto. È vero che la Lega è il primo partito del centrodestra, a Verona, il primo nel Veneto; stiamo lavorando per avere la squadra più ampia possibile e quindi ascoltiamo tutti e vogliamo coinvolgere tutti. Non pretendiamo di dettare legge sempre e comunque».

Insomma, Carroccio veronese pronto nonostante tutto a un passo indietro su Tosato, per Sboarina. Anche se la base dei militanti veronesi, del Carroccio, pur accettando le decisioni dei vertici, si sente scavalcata. La scelta su Tosato, sostenuta da Da Re e Paternoster, “sacrificata” per un non leghista: un po’ dura da digerire... E nei visi di alcuni leghisti nel post riunione, un po’ di delusione si percepiva. In piazza anche l’assessore regionale Elisa De Berti e il presidente del Consiglio comunale, Luca Zanotto.

Salvini non molla. «Entro pochi giorni saranno annunciati il candidato sindaco e vicesindaco e la squadra che si preparerà ad amministrare la città. Potremmo imporci ovunque sulla testa di tutti, abbiamo a cuore l’amministrazione della città. Qui c’è Tosi che ha fallito, la sinistra nel caos, i 5 stelle con le idee confuse, vogliamo garantire cinque anni di buon governo. Proporremo una squadra, un ticket sindaco-vicesindaco e stiamo ascoltando tutti, poi dovremo metterci d’accordo».

A livello nazionale? «Al voto quanto prima». L’accordo nazionale su Verona e su Genova, nel centrodestra, potrebbe essere appunto propedeutico a un consolidamento dell’asse Lega-Forza Italia anche in vista di possibili elezioni politiche entro l’anno. A cui pare che Renzi punti se vincerà il congresso del Pd. Ma Forza Italia, a livello locale, mastica anche amaro. «Il ticket tra Lega con Tosato e Forza Italia con Alberto Giorgetti c’era già e c’era già l’accordo regionale», dice Massimo Giorgetti, vicepresidente del Consiglio veneto, «e non si capisce perché sia decaduto».

Enrico Giardini

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