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Salvini a Verona il 25 aprile
«Più forza alla legittima difesa»

L’europarlamentare del Carroccio Matteo Salvini con la numero uno di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni
L’europarlamentare del Carroccio Matteo Salvini con la numero uno di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni
L’europarlamentare del Carroccio Matteo Salvini con la numero uno di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni
L’europarlamentare del Carroccio Matteo Salvini con la numero uno di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni

Il 25 aprile, festa della Liberazione dal nazi-fascismo che i leghisti preferiscono però dedicare a San Marco, il leader del Carroccio Matteo Salvini sarà a Verona a guidare una manifestazione per chiedere il rafforzamento del principio di legittima difesa. L’arrivo in città del segretario federale della Lega Nord, in una giornata così particolare, con il rischio che si creino gravi tensioni, non mancherà sicuramente di suscitare polemiche e perplessità.

Domenica, Salvini si era recato a cena nell’osteria di Casaletto Lodigiano il cui titolare, Mario Cattaneo, ha ucciso, dopo una colluttazione, un romeno di 33 anni che si era introdotto nel locale. Cattaneo ora è indagato per omicidio volontario. «Non merita un processo ma comprensione e solidarietà», ha detto Salvini prima di posare per la foto di rito con il ristoratore, poi pubblicata sui social.

L’europarlamentare ha annunciato la manifestazione di Verona durante Porta a Porta, la trasmissione di Bruno Vespa su RaiUno. «Spero che nessuno si trovi davanti ad uno a volto coperto e armato. Il Parlamento comunque», afferma Salvini, «tiene ferma da quattro anni la proposta sul principio del rafforzamento della legittima difesa e il 25 aprile saremo a Verona per chiamare a raccolta gli italiani per bene che non vogliono fare i pistoleri ma che se aggrediti pretendono di potersi difendere perché un Paese è libero se può difendersi».

Aspettando il 25 aprile, Salvini si sta intanto cimentando con la matassa nel centrodestra scaligero alla ricerca di un candidato sindaco alle elezioni amministrative che, tra veti contrapposti, si è talmente aggrovigliata da rendere necessario il ricorso alle forbici «romane».

Nell’impossibilità di arrivare ad un accordo unitario tra le varie anime della “coalizione“ - dalla Lega a Forza Italia, da Fratelli d’Italia, a Battiti, passando dalla Verona Domani di Stefano Casali, all’Officina di Paolo Danieli più centristi vari - in riva all’Adige, la partita si sta spostando infatti sui campi di gioco nazionali. Ciò significa che saranno i vertici dei partiti, a Roma e a Milano, ad occuparsi del caso Verona, sciogliendo il nodo del candidato sindaco.

E, secondo voci insistenti, oggi a Roma il segretario federale del Carroccio, Matteo Salvini e la numero uno di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, annunceranno l’avvenuta intesa tra Lega e Battiti per mettere in campo alle amministrative un ticket che vedrebbe candidato sindaco l’ex assessore allo sport nella prima amministrazione Tosi, Federico Sboarina (Battiti per Verona), e il senatore leghista Paolo Tosato, non più in corsa come aspirante alla poltrona ora occupata da Flavio Tosi, ma come vicesindaco. Se queste voci dovessero trovare conferma, la svolta sarebbe clamorosa, dal momento che, anche recentemente, il segretario provinciale della Lega Paolo Paternoster, ha sempre escluso un dietrofront dalla candidatura Tosato. Inoltre, l’accordo Salvini-Meloni significherebbe l’entrata nell’orbita di Fratelli d’Italia dell’associazione Battiti che solo qualche giorno fa, durante un incontro conviviale, presente anche Matteo Gasparato di Verona Domani, con i dirigenti leghisti, aveva avanzato la candidatura del senatore Stefano Bertacco. La Lega, poi, si era incontrata con Forza Italia annunciando la ritrovata armonia con i berlusconiani, ma tenendo il punto su Tosato. E, da parte loro, gli azzurri continuano ad insistere su Alberto Giorgetti, deputato ed ex sottosegretario.

Poi la giostra era tornata a girare verso Battiti, e si era parlato di un ticket Tosato «sindaco» e Sboarina «vicesindaco». Ipotesi indigesta per Forza Italia, dalla cui area politica provengono i «padri fondatori» di Battiti Daniele Polato, Bertacco e Sboarina.

Una situazione intricatissima, quindi, che, a questo punto, solo un intervento esterno potrebbe sbrogliare, visto che sembra sia morta prima ancora di nascere l’idea del coordinatore di Forza Italia Davide Bendinelli, di indire primarie di coalizione. «Tutti vantano il proprio candidato sindaco ma nessuno, a oggi, sembra disposto a compiere un passo indietro, per trovare la quadratura del cerchio» aveva protestato il sindaco di Garda un mese fa. E sabato scorso, presentando il «Security day», l’altro coordinatore, Massimo Giorgetti, a nome del partito, aveva rivendicato «il diritto di esprimere la guida del centrodestra, confidando che la coalizione sia la più ampia possibile».

Giorgetti aveva, inoltre, allargato il ragionamento a livello regionale. Dopo l’accordo per la ricandidatura di Massimo Bitonci, leghista, a Padova, su Verona chiede «pari dignità», sottolineando che «come risulta da sondaggi, siamo indispensabili alla coalizione di centrodestra». Ma, aveva aggiunto, Forza Italia «è pronta anche a correre da sola». Ipotesi che potrebbe diventare qualcosa di più di una minaccia se oggi Salvini e Meloni metteranno la spada sulla bilancia. E, a questo punto, potrebbe ripartire il dialogo tra Alberto Giorgetti e la senatrice di Fare! Patrizia Bisinella, compagna del sindaco Tosi e candidata in pectore.

Enrico Santi

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