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«Sabotatori all’opera, ma
ci sono ancora margini
per non rovinare tutto»

Da sinistra Brunelli, Welponer, Brigo e Valsecchi FOTO MARCHIORI
Da sinistra Brunelli, Welponer, Brigo e Valsecchi FOTO MARCHIORI
Da sinistra Brunelli, Welponer, Brigo e Valsecchi FOTO MARCHIORI
Da sinistra Brunelli, Welponer, Brigo e Valsecchi FOTO MARCHIORI

«Quando si è vicini a una soluzione, i sabotatori si mettono all’opera». All’operazione Trevisi, Nadir Welponer ci crede ancora e invita a mantenere i nervi saldi. Nelle stesse ore in cui si rincorrono le voci della rinuncia del direttore della scuola di polizia, alcuni fra i suoi più convinti sostenitori tentano l’ultima mediazione nel centrosinistra. Per Corrado Brigo «la battaglia non è finita finché non si firma la resa». E la resa, assicura l’ex presidente dell’Amia ai tempi del sindaco Paolo Zanotto, «non è ancora stata firmata». I sostenitori, «senza ambizioni di poltrone» tengono a dire, del poliziotto scrittore di gettare la spugna non ne vogliono sapere.

«Trevisi», esclama Welponer, «ha i numeri per vincere, ma questo è il momento della generosità. I protagonismi personali facciano un passo indietro per permettere alle forze nuove di fare due passi avanti». Per lo storico esponente della sinistra veronese i giochi non sono conclusi. «Trevisi non ci sta a esporsi in una lotta interna ai partiti, ma al momento non sembrano emergere proposte migliori. Responsabilità del Pd è dare una risposta unitaria e non mettere Trevisi nel tritacarne». Welponer si rivolge anche a Michele Bertucco: «Questo è il momento di creare le condizioni e le alleanze perché le sue battaglie di questi anni abbiano uno sbocco positivo, altrimenti si continua a illudere la gente». Anche se dal centrosinistra non arrivano segnali incoraggianti, nella sala stampa di Palazzo Barbieri i sostenitori del direttore della Scuola di polizia non demordono. È Tito Brunelli, di Verona attiva, a raccontare la genesi della proposta di candidatura a Trevisi. «Abbiamo sottoposto il suo nome a centinaia di persone di diverso schieramento e l’accoglienza è stata entusiasta, nostro interlocutore è poi diventato il Pd, ma le perplessità al suo interno lasciano dubbi sul successo dell’impresa». Del gruppo di «saggi» fa parte anche Massimo Valsecchi, ex dirigente del’Ulss 20. «Questo è il momento di lasciare spazio alla società civile nella scelta di un sindaco che nasca fuori dal circuito tradizionale».

Si dice «molto arrabbiato» Mario Allegri, il professore universitario che alle primarie del centrosinistra nel 2012 era stato sconfitto da Bertucco. «Sono arrabbiato perché abbiamo tra le mani un’autentica pepita, una persona di eccezionale qualità morale e umana e dalla competenza indiscutibili... è un delitto perdere questa occasione e chi se ne renderà responsabile dovrà renderne conto agli elettori». E Corrado Brigo, anch’egli esponente della sinistra veronese, parla di «gioco del cerino per vedere a chi dare la colpa del fallimento tra chi vuol salvaguardare le proprie identità nella sinistra e che mette in primo piano la possibilità di vincere le primarie nel Pd». E avverte: «A quanto pare il centrodestra, diviso, schiererà candidati non certo di primo piano, se si perde questa occasione poi non servirà a nulla dire “che peccato“...». Infine, Alessandro Donadi, di Verona attiva come Brunelli, sottolinea: «Trevisi non è un membro del nostro movimento e non è il nostro candidato, ma una personalità al di sopra delle parti che può godere di consensi trasversali». E.S.

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