Banca, farmacia e anche gioiellerie: «Cyrano» non si è matto mancare nulla. Si sommano i guai per Antonino Favazza, il rapinatore dell’Antonveneta riconosciuto e fermato anche grazie a un naso inconfondibile. È in carcere per due colpi e ora è stato anche denunciato per truffa e ricettazione. Con lui anche la compagna, che sarebbe stata complice dei suoi (maldestri) crimini.
Il 35enne, originario della Sicilia ma da sempre a Verona, era stato scoperto dai carabinieri che avevano visionato le riprese e sentito la testimone dopo la rapina in banca del 13 luglio in via Rovereto. Quel giorno aveva portato via assegni circolari e marche da bollo. 500 euro invece il bottino del colpo in farmacia del 9 giugno alla farmacia San Nazaro di via Muro Padri: in un minuto, cappuccio in testa, era entrato brandendo un taglierino e si era fatto consegnare dalle farmaciste i contanti. Quando i militari avevano mostrato loro alcune foto, le vittime l’avevano riconosciuto, anche grazie a quell’evidente particolare anatomico.
Ma hanno notato Favazza anche in alcune gioiellerie: dopo aver rubato gli assegni circolari, li aveva compilati con una macchina da scrivere (dove, fra l’altro, la «I» sostituiva un «1» mancante). Prima passava a vedere i gioielli («devo fare un regalo per l’anniversario ai miei genitori»), poi chiedeva se poteva pagare con un assegno e ripassava il giorno dopo. Alcuni negozianti si sono insospettiti e si sono rifiutati di vendergli i monili, in due gioiellerie però il «piano» è riuscito.
Qui è entrata in azione la compagna, che con i gioielli entrava nei «Compro Oro» per cambiarli in denaro contante. Per farseli accettare, però doveva rovinarli: i centri che acquistano oro non possono ricevere merce palesemente nuova. Alla fine, il gioco è stato scoperto dai carabinieri, ed entrambi sono stati denunciati per truffa e ricettazione in concorso. Lui resta a Montorio, lei, per ora, è libera. RI.VER.