<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
Vecchie «ruggini»

Rissa tra ubriachi,
pugni e schiaffi
Arrestati in tre

Piazza Risorgimento, «teatro» della rissa (Dienne)
Piazza Risorgimento, «teatro» della rissa (Dienne)
Piazza Risorgimento, «teatro» della rissa (Dienne)
Piazza Risorgimento, «teatro» della rissa (Dienne)

Si odiano da anni, fra sgarbi, insulti e minacce. E questa volta sono venuti alle mani: ubriachi, se le sono date di santa ragione in piazza a San Massimo. Da un lato P. P. e G. F., 42 e 43 anni, dall’altro M. S., 41 («ma c’era una ventina di suoi amici ad aiutarlo», diranno i rivali): tutti veronesi già noti alle forze dell’ordine, sono stati arrestati per rissa ieri notte, dopo che i carabinieri avevano ricevuto una segnalazione da alcuni presenti: «Qua volano calci e pugni».

SCHIAFFI, CALCI E PUGNI. I militari, supportati da una volante della questura, li hanno trovati poco prima delle 23 davanti ad un bar in piazza Risorgimento, fra il marciapiede e la strada, acciaccati e ancora infervorati. F. era a torso nudo, mentre i carabinieri cercavano di calmarli continuava a urlare contro S.. Fra di loro vecchie ruggini: di mezzo anche vicende che riguardano una donna. Stando alla prima ricostruzione, i primi a venire a contatto sarebbero stati S. e P.: «Che c... ci fai qui?!». E sono volati schiaffi e calci. Poi F. è andato in soccorso dell’amico, finendo lui per azzuffarsi con S.. Ferite al costato e a una gamba per loro, ma solo F. alla fine è andato in ospedale. Di mezzo c’è finito anche il barista che ha cercato di fermarli, colpito accidentalmente da un pugno. I tre contendenti sono stati arrestati dai militari del Radiomobile. Una telecamera del bar potrebbe avere ripreso tutto.

DUE VERSIONI DIVERSE. Dopo una notte in caserma, S. (assistito dall’avvocato Mauro Regis) e gli altri due (difesi dall’avvocato Giovanni Bondardo) hanno raccontato la loro versione al giudice Maria Elena Teatini. Gli uni sostengono che sia stato l’altro ad esser andato loro incontro con fare minaccioso, lui afferma che sono stati F. e P. a cercarlo. Tutti comunque si difendono: «Eravamo a San Massimo per andare alla sagra, non siamo liberi di farlo?». F. ha accusato: «Quello passa sotto casa mia dandomi del tossico, una volta ero con una ragazza e ha urlato “eccoli, il tossico e la p...“. Mi ha portato all’esasperazione, ma a San Massimo non siamo stati noi a cercarlo. E comunque» ha aggiunto, «a dargli manforte c’erano decine di suoi amici, quello conosce tutti. Ho preso anche un pugno in faccia». Versione condivisa dall’amico: «S.  mi minaccia, io voglio soltanto essere lasciato in pace». «Non è la prima volta che quei due mi cercano. “Vieni fuori che ti ammazziamo“, mi hanno detto ieri notte», ha controbattuto lui in aula.

OBBLIGO DI FIRMA. Alla fine il vice procuratore onorario Monica Toniato ha chiesto per tutti e tre i domiciliari. Gli avvocati difensori hanno contestato che si trattasse di una rissa, perché si erano accapigliati in momenti distinti, ma il giudice non è stato di quest’avviso: arresto convalidato e in attesa del processo obbligo di firma quotidiano in questura per i tre. Si spera quantomeno vadano in orari differenti.

Riccardo Verzè

Suggerimenti