<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

Residuo fiscale, in Veneto
è di 15 miliardi e mezzo

C’è un dato prioritario che il presidente della Regione Luca Zaia, ma anche i promotori del referendum, continuano a ricordare, a sostegno della consultazione di domenica. È quello del residuo fiscale del Veneto, pari a 15 miliardi e mezzo di euro, vale a dire circa trentamila miliardi delle vecchie lire. Più o meno come una manovra finanziaria. Come viene spiegato anche nel libretto Sì. Il futuro del Veneto è nelle tue mani scritto dai promotori del referendum sulla base di uno studio della Cgia di Mestre, il residuo fiscale è dato dalla differenza tra tutte le entrate (fiscali e di altra natura) che lo Stato e le amministrazioni pubbliche prelevano da un determinato territorio, e le risorse che in quel territorio vengono spese.

Dallo studio si ricava inoltre che la Regione Veneto è la terza in Italia con il residuo fiscale più elevato (le prima è la Lombardia, la seconda l’Emilia Romagna). In Veneto quanto prelevato - come risulta ancora dal libretto - supera i 71 miliardi di euro, mentre le risorse pubbliche impiegate sul territorio sono circa 56 miliardi. Ecco perché, come ha ricordato anche Zaia stesso l’altra sera a Sandrà di Castelnuovo del Garda alla serata per il «Sì», intervistato dal direttore di Telearena, Mario Puliero, «se le 23 competenze in più che il Veneto vuole chiedere allo Stato per quanto riguarda l’autonomia arriveranno, noi diventeremo di fatto come le Province autonome di Trento e di Bolzano, che si vedono restituire sul territorio il 90 per cento di quanto versano di tasse». Il residuo fiscale pro-capite in Veneto viene calcolato in 3.137 euro.

Un altro dato deriva dal confronto del residuo fiscale con la ricchezza prodotta in Regione: ciò porta ad affermare che lo sforzo di solidarietà vale l’11,4% della ricchezza prodotta nel Veneto.E.G.

Suggerimenti