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Renzi: «I quadri in città a novembre»

Renzi con Tosi e Rotta nella sua recente visita a VeronaKiev: il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri di Castelvecchio dopo il loro ritrovamento
Renzi con Tosi e Rotta nella sua recente visita a VeronaKiev: il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri di Castelvecchio dopo il loro ritrovamento
Renzi con Tosi e Rotta nella sua recente visita a VeronaKiev: il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri di Castelvecchio dopo il loro ritrovamento
Renzi con Tosi e Rotta nella sua recente visita a VeronaKiev: il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri di Castelvecchio dopo il loro ritrovamento

Sarà il presidente ucraino in persona, Petro Poroshenko, a riportare a Verona i 17 capolavori del museo di Castelvecchio rubati da banditi armati il 19 novembre 2015 e ritrovati sulle rive del fiume Dnestr lo scorso 6 maggio.

La consegna dei quadri, che attualmente si trovano in un museo di Kiev, avverrà in novembre. Resta solo da fissare il giorno. Dettaglio di cui si stanno occupando le rispettive ambasciate. È stato lo stesso presidente ucraino a prendersi questo impegno durante un colloquio con il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ieri a Gerusalemme, dove entrambi si trovavano per i funerali di Shimon Peres. Salvo intoppi, quindi, le 17 tele, fra le quali opere di Tintoretto, Rubens, Mantegna e Pisanello rientreranno a Castelvecchio a un anno esatto da quello che era stato definito il furto del secolo.

Ad esserne direttamente informata dal premier con un sms sul suo cellulare, è stata la deputata del Pd Alessia Rotta. «È un’ottima notizia per Verona, il presidente Poroshenko ha dato la sua parola, quindi non ci resta che aspettare la data: non avevo dubbi che Matteo Renzi avrebbe rispettato l’impegno che aveva preso pubblicamente martedì».

Al termine del rito funebre per l’ex capo di Stato di Israele e Premio Nobel per la Pace, lo stesso Renzi ha dichiarato di aver posto a Poroshenko la questione dei quadri recuperati in Ucraina. «Una doppia buona notizia per la cultura italiana», ha sottolineato, riferendosi anche al ritrovamento a Napoli di due opere di Van Gogh rubate il 7 dicembre 2002 al Van Gogh Museum di Amsterdam.

Martedì, durante la sua visita in riva all’Adige, Renzi si era congedato con la promessa che avrebbe chiamato il presidente ucraino: «I dipinti devono tornare a casa e seguirò io la questione, sono certo che gli amici ucraini non vorranno far mancare la loro collaborazione e glielo ricorderemo». Dei quadri di Castelvecchio Renzi e Poroshenko avevano parlato una prima volta a luglio durante il vertice Nato a Varsavia.

La notizia arrivata da Gerusalemme è stata accolta con sollievo a Palazzo Barbieri. «Sia la presidenza del Consiglio che l’ambasciata dell’Ucraina a Roma», fa sapere il sindaco Flavio Tosi, «ci avevano preannunciato che vi sarebbe stato questo colloquio tra Renzi e Poroschenko e siamo felici della conclusione positiva, speriamo quindi che ad accoglierli in città ci sia anche il presidente del Consiglio». Tosi coglie l’occasione per replicare alle critiche sul conferimento della cittadinanza onoraria al leader di Kiev. «Siamo convinti di aver fatto la cosa giusta», afferma, «tenendo aperto, in questi mesi, un canale di dialogo con l’Ucraina e con il suo presidente, visto che qualche altro Paese, in Europa, ha invece dovuto attendere anni per la restituzione di opere d’arte. Ringrazio tutti quelli, anche di parte politica diversa», aggiunge il sindaco, «che si sono adoperati nell’interesse della nostra città, evitando di alimentare polemiche dannose». Tosi conferma che al loro ritorno le tele saranno esposte tutte insieme per un mese, ad ingresso gratuito.

E non rinuncia a una polemica finale: «Penso che sia una giornata triste per chi in questi mesi ha cercato di fare inutile e strumentale polemica: ci saranno rimasti male dato che, a loro dire, i quadri non sarebbero più tornati... Forse lo speravano davvero».

Enrico Santi

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