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Referendum, quattro milioni al voto

Il presidente della Regione Luca Zaia mostra la scheda elettorale che sarà utilizzata domenica
Il presidente della Regione Luca Zaia mostra la scheda elettorale che sarà utilizzata domenica
Il presidente della Regione Luca Zaia mostra la scheda elettorale che sarà utilizzata domenica
Il presidente della Regione Luca Zaia mostra la scheda elettorale che sarà utilizzata domenica

Quattro milioni e mezzo di schede e relative ricevute di votazione, 62.555 manifesti, 10.500 verbali, 5.213 urne e altrettanti pacchi di cancelleria, 5.500 kit contenenti timbri, boccette inchiostro, tamponi, 31mila matite copiative. Tutto questo materiale sarà consegnato entro venerdì nei seggi di tutto il Veneto dove si voterà per il referendum regionale consultivo sull’autonomia. Domenica le urne saranno aperte dalle 7 alle 23, in 4.739 sezioni (di cui 47 ospedaliere), per i 4.068.577 elettori veneti, compresi gli oltre 330mila residenti all’estero, i quali, però, possono votare solo recandosi personalmente al seggio.

Domenica, per votare, è sufficiente presentare un documento di riconoscimento valido. Sul portale www.referendum.regione.veneto.it è possibile consultare normativa, informazioni, istruzioni e scadenze per il voto. Il Consiglio regionale ha invece predisposto, attraverso l’Osservatorio elettorale, un sistema per l’elaborazione e la pubblicazione dei dati in tempo reale, che sarà accessibile attraverso la homepage del sito www.consiglioveneto.it.

ZAIA MATTINIERO. «Domenica sarò a votare un quarto d’ora prima dell’apertura, alle 7 meno un quarto, sia per ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per questo referendum, sia per dare un segnale dell’importanza di andare a votare». Lo ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia, presentando gli ultimi dettagli del referendum per l’autonomia del Veneto, che chiamerà alle urne oltre quattro milioni e 76 mila elettori, dalle 7 alle 23. «La macchina», assicura Zaia, «è pronta per quella che è una consultazione sull’autonomia, nell’alveo della Costituzione e nel rispetto della legge e della legalità, utilizzando tutti gli strumenti che la stessa legge ci dà». E sottolinea: «Non voglio che nessuno chiami in ballo altri argomenti, a partire da quello dell’indipendenza: un’esperienza che abbiamo già tentato nel 2014, con una proposta di legge che in quel caso è stata cassata dalla Corte costituzionale».

TOSI CONTRO ZAIA. Polemico nei confronti del governatore, dopo l’intervento di lunedì al teatro comunale di Sandrà, è l’ex sindaco e leader di Fare! Flavio Tosi. «Per aumentare l’affluenza al referendum sarebbe meglio evitare di confondere l’elettorato, come invece sta facendo Zaia dichiarando che il Veneto potrebbe diventare come Trento e Bolzano. Zaia, diversamente da Maroni», continua Tosi, «si è intestato il referendum e l’ha infarcito di contenuti falsi, tanto da essere smentito dal vicesegretario della Lega Nord Giancarlo Giorgetti». E sottolinea: «È tecnicamente impossibile diventare come Trento e Bolzano, che per accordi costituzionali si tengono il 90 per cento delle tasse».

«Quando il Veneto avvierà la trattativa col governo a seguito del referendum», sostiene l’ex sindaco di Verona, «otterrà le stesse somme che già ora vengono spese dallo Stato nella nostra regione. In altre parole è una colossale bugia dire che diventeremo come Trento e Bolzano. Se a questo poi ci aggiungiamo i messaggi di indipendentisti che parlano pure di secessione, allora vuol dire che si sta proprio cercando di confondere i cittadini. In Lombardia, invece, il tema referendum è stato trattato in modo più serio e condiviso e diversamente dal Veneto, la Lega non ha cercato di monopolizzare il dibattito».

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