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LA SCOPERTA

Castelvecchio,
l’auto del furto
trovata a Brescia

Una delle sale del museo di CastelvecchioLa Lancia Phedra nel cortile di Castelvecchio la sera della rapina: in primo piano uno dei malviventi
Una delle sale del museo di CastelvecchioLa Lancia Phedra nel cortile di Castelvecchio la sera della rapina: in primo piano uno dei malviventi
Una delle sale del museo di CastelvecchioLa Lancia Phedra nel cortile di Castelvecchio la sera della rapina: in primo piano uno dei malviventi
Una delle sale del museo di CastelvecchioLa Lancia Phedra nel cortile di Castelvecchio la sera della rapina: in primo piano uno dei malviventi

L’auto con la quale sono fuggiti i rapinatori di Castelvecchio è stata ritrovata. E non è necessariamente una buona notizia. La Lancia Phedra di proprietà della guardia giurata legata e minacciata giovedì scorso è stata individuata a Brescia. In buono stato. Ma all’interno non c’erano né i quadri né, sembra, elementi utili per risalire ai ladri.

LA SCOPERTA. Il monovolume è stato rintracciato da una pattuglia delle Volanti della questura di Brescia. I poliziotti hanno fatto verificare la targa dell’auto, ferma in via Chiusure, a nord della città, ormai da qualche giorno. Risposta immediata: era la Lancia ricercata in tutta Italia dopo il «colpo del secolo».

A quel punto, dopo aver avvisato il sostituto procuratore Gennaro Ottaviano, gli agenti hanno perquisito l’auto. Ma dei diciassette capolavori spariti da Castelvecchio nessuna traccia. La polizia scientifica ha poi passato al setaccio tutto il veicolo, ma non sarebbero emersi elementi utili per risalire all’identità dei tre rapinatori. Sono invece al vaglio le immagini delle numerose telecamere della zona: al folto pool di investigatori (Mobile di Verona, carabinieri del Nucleto Tutela del Patrimonio, servizio centrale operativo della Polizia e polizia municipale) si affiancano ora anche la Mobile e l’Antirapina bresciane.

VIA CHIUSURE, PUNTO STRATEGICO E «CASA» DEL PIROMANE D’AUTO. Perché proprio via Chiusure? Le ipotesi sono due: una sembra certa, ed è strategica. L’altra è solo una suggestione, ma inquietante. L’arteria è nella zona nord della città, a cinque minuti di auto dal centro, a due passi dal fiume Mella, vicinissima anche allo svincolo della tangenziale Ovest, che porta rapidamente ai caselli autostradali di Brescia Centro e Brescia Ovest. Punto ideale dunque per proseguire la fuga su un altro mezzo. Ma c’è un altro aspetto quantomeno bizzarro: in via Chiusure abita Dante Paglia, noto alle cronache bresciane per essere un piromane seriale di auto. È accusato di aver danneggiato negli ultimi mesi decine e decine di mezzi in tutta la città. I ladri lo sapevano e speravano nella sua «opera»? Forse si tratta soltanto di una casualità: quello che è certo è che quella è una zona particolarmente battuta da carabinieri e polizia. E infatti sono stati proprio degli agenti a individuare la Lancia.

LA RISPOSTA DI SICURITALIA. Se la guardia giurata di Sicuritalia riceverà dunque indietro la sua auto, l’istituto di sorveglianza per ora continua a non rispondere alle accuse che partono da Verona. Ma le parole di Tosi negli uffici di Como sono arrivate, eccome.

E oggi potrebbe arrivare una replica dei vertici.

Riccardo Verzè

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