<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">
IL COLPO A CASTELVECCHIO

Quadri, slitta
il rientro. Prima
la mostra in Ucraina

La Madonna della Quaglia sta per tornare a casa
La Madonna della Quaglia sta per tornare a casa
La Madonna della Quaglia sta per tornare a casa
La Madonna della Quaglia sta per tornare a casa

Ancora tre settimane per riabbracciare i capolavori. Dopo aver gioito perché tutti e 17 i quadri sono stati ritrovati, in Ucraina, il 6 maggio (ma l’annuncio è dell’11) Verona non vede l’ora di rivederli al loro posto. Al museo di Castelvecchio, dov’erano stati rubati sei mesi fa, il 19 novembre, con rapina a mano armata. Nel colpo del secolo. Ma cittadini veronesi e turisti dovranno avere un po’ di pazienza. Già, perché le autorità ucraine, attraverso il ministero dei Beni culturali italiano, ha chiesto al Comune di poter conservare ancora nel proprio Paese le opere d’arte, per esporle in una mostra breve, di 15 giorni, fino al 13 giugno, in un museo di Kiev. Poi le opere torneranno a casa. E il sindaco Flavio Tosi ha accettato.

Così, mentre l’ex direttrice dei Musei civici Paola Marini (ora alle Gallerie dell’Accademia di Venezia) con Ettore Napione, curatore a Castelvecchio delle collezioni d’arte medievale e moderna, è in Ucraina con l’incarico della procura di svolgere una perizia sulla opere, spunta questa richiesta. Inedita e inaspettata. I gioielli di Tintoretto e Pisanello, di Mantegna, Caroto e Rembrandt e gli altri sono stati ritrovati dalla polizia ucraina nell’isola di Turunciuk, sul fiume Dnestr, al confine fra Ucraina e Moldavia. Il ritrovamento, come prima la notizia del furto, ha avuto a tal punto eco internazionale - dopo gli arresti dei presunti rapinatori - da indurre le autorità ucraine a sottolineare il felice momento per il mondo dell’arte. Così il 20 maggio il presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko, tramite il ministro della Cultura Yevhen Nyshchiuck, ha scritto al ministro dei Beni culturali dell’Italia, Dario Franceschini, affinché intervenga nei confronti del Comune. Per lasciare i quadri in Ucraina per realizzare la mostra, che potrebbe svolgersi a Kiev - dove sono ora le opere - nel Museo nazionale delle arti Bohdan e Varvara Khanenko. In questo museo c’è ora una preziosa collezione di opere d’arte europea occidentale, in particolare di maestri italiani dei secoli XV-XVIII.

L’obiettivo delle autorità ucraine è rendere visibili i capolavori agli appassionati d’arte, ma anche di rinsaldare i rapporti fra Ucraina, Italia e Verona. E Franceschini ha chiesto al Comune, con una lettera giunta martedì, si assecondare la richiesta. E il sindaco lo ha fatto.

«Riteniamo doveroso dare il nostro assenso alla richiesta del presidente ucraino Poroshenko, giunta a noi attraverso il ministro dei Beni culturali Franceschini, affinché le 17 opere vengano esposte per circa 15 giorni in Ucraina, Paese che, in collaborazione con la Procura e i nostri investigatori, ci ha fatto un regalo enorme ritrovando e restituendo i quadri che ci erano stati rapinati da dei criminali armati», dice Tosi.

«È un piccolo segno di gratitudine da parte della città di Verona», aggiunge Tosi. «Siamo felici di poter fare in modo che il popolo ucraino possa godere della bellezza dei nostri capolavori, prima che questi tornino a Castelvecchio; un gesto che vuole anche rafforzare il rapporto di collaborazione economica, turistica e culturale tra l’Ucraina e il nostro territorio». Tosi ribadirà il messaggio domani, incontrando, in municipio, l’ambasciatore dell’Ucraina in Italia Yevgen Perelygin, che aveva già incontrato a Roma il 12 maggio, all’indomani dell’annuncio del ritrovamento.

Enrico Giardini

Suggerimenti