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Provincia addio? No, torna all’antico

Nella sede della Provincia in via delle Franceschine si sono ripetute le elezioni per il Consiglio MARCHIORIIl Consiglio provinciale si riunisce nella Loggia di Fra’ GiocondoAntonio Pastorello, presidente
Nella sede della Provincia in via delle Franceschine si sono ripetute le elezioni per il Consiglio MARCHIORIIl Consiglio provinciale si riunisce nella Loggia di Fra’ GiocondoAntonio Pastorello, presidente
Nella sede della Provincia in via delle Franceschine si sono ripetute le elezioni per il Consiglio MARCHIORIIl Consiglio provinciale si riunisce nella Loggia di Fra’ GiocondoAntonio Pastorello, presidente
Nella sede della Provincia in via delle Franceschine si sono ripetute le elezioni per il Consiglio MARCHIORIIl Consiglio provinciale si riunisce nella Loggia di Fra’ GiocondoAntonio Pastorello, presidente

Come il postino che nel film con Jack Nicholson e Jessica Lange suonava sempre due volte. Ieri, alcune decine di amministratori veronesi sono tornati in via delle Franceschine per votare i nuovi consiglieri provinciali. L’operazione si è resa necessaria dopo il pasticcio di domenica scorsa, quando un consigliere di Palazzo Barbieri invece della scheda di colore giallo nell’urna ne aveva infilata una grigia. Un errore cromatico che, alla luce del cosiddetto voto ponderato, avrebbe sfalsato la consultazione. Verona da sola vale infatti 757 punti rispetto ai 65 di uno dei nove Comuni di fascia grigia. Risultato: voto da rifare per i 37 consiglieri di Verona, sindaco compreso, e per 103 amministratori di altri nove Comuni, da Albaredo a Villabartolomea. E stamattina, a meno di una seconda clamorosa debacle, al postino qualcuno finalmente aprirà la porta.

Il primo dato, in attesa dello scrutinio di oggi, è quello dell’afflusso. Alle 20, ora di chiusura, ha votato l’88,5 per cento (domenica scorsa era stato dell’86,5). Dei 103 elettori della fascia grigia hanno votato in 90 e dei 37 della fascia gialla, in 34.

Il presidente Antonio Pastorello, intanto, incrocia le dita. «Domenica scorsa c’era stato un errore umano... capita. Spero che i nuovi consiglieri provinciali lavorino con lo stesso spirito dei precedenti perché siamo amministratori e nella situazione in cui ci troviamo non c’è tempo per diatribe politiche». Qualcuno, dopo la decisione di ripetere parzialmente il voto, aveva paventato ricorsi. «Se qualcuno vuol bloccare tutto se ne assumerà la responsabilità... Ricordo che in Provincia si fa volontariato a servizio dei Comuni, gratis».

All’orizzonte Pastorello non vede tempi facili per l’ente sopravvissuto al referendum costituzionale del 4 dicembre. «Finora siamo andati avanti grazie all’avanzo di amministrazione che avevamo messo da parte, ma se si confermerà il taglio di 50 milioni dell’anno scorso siamo morti. Gli interventi su scuole e strade richiedono risorse... Abbiamo già inviato una diffida all’allora presidente del Consiglio Renzi. Se succede qualcosa, gli ho scritto, siete responsabili voi. Abbiamo 1.200 fra ponti e ponticelli, 1.340 chilometri di strade e 54 edifici scolastici, per non parlare delle competenze sull’ambiente: c’è una fila lunga così di aziende che chiedono l’autorizzazione ambientale per ampliamenti e nuove aperture ma il personale si è ridotto da sei a due e intanto teniamo ferme realtà che producono economia».

Il presidente, quindi, non rinnega gli «strali» di Capodanno che aveva lanciato dalla spiaggia sull’oceano di Santo Domingo contro ministri e politici. «Erano parole dettate dalla rabbia per questa situazione di impotenza». afferma, «ci dicono di battere le mani ma come faccio se me le hanno legate? Non mi resta che battere la testa sul muro».

Alessia Rotta, deputata del Pd, però, li rimanda al mittente. «Le Province hanno meno risorse ma anche meno competenze, ad ogni modo, fuori da sterili polemiche, sarebbe meglio che Pastorello dicesse dove sono le criticità, in modo da confrontarci concretamente sulle risorse necessarie... Finanziamenti al settore scolastico il governo mi pare proprio ne abbia trasferiti tramite le Regioni».

Secondo la parlamentare, tuttavia, una revisione della legge Delrio che ha ridimensionato il ruolo delle Province si renderà necessaria. «Ci sono i ricorsi dell’Upi, ma la premessa che definiva transitoria l’attuale norma, in attesa dell’abolizione delle Province viene meno dopo la vittoria del no al referendum, quindi un aggiustamento si rende necessario, visto che le Province sono un ente previsto dalla Costituzione».

Enrico Santi

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