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LA PETIZIONE

Prostituzione,
i vescovi: «Legge
contro i clienti»

La fiaccolata di Verona contro la tratta (DIENNE)
La fiaccolata di Verona contro la tratta (DIENNE)
La fiaccolata di Verona contro la tratta (DIENNE)
La fiaccolata di Verona contro la tratta (DIENNE)

Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia, monsignor Giuseppe Zenti vescovo di Verona, monsignor Pierantonio Pavanello vescovo di Adria-Rovigo, monsignor Beniamino Pizziol vescovo di Vicenza l'8 febbraio hanno firmato a Verona, in occasione della III Giornata di riflessione e preghiera contro la tratta, la petizione promossa dalla Comunità Papa Giovanni XXIII.

 

Il documento chiede al Parlamento una legge che contrasti il fenomeno della prostituzione sanzionando i clienti. Monsignor Francesco Moraglia ha fatto appello alle coscienza civica dei presenti ed ha chiesto a tutti di sottoscrivere la petizione: «Non è una questione di condannare i clienti, ma il cliente va reso consapevole e messo di fronte alle proprie precise responsabilità: se lui non ci fosse, allora non ci sarebbero donne rese schiave. Non esiste l'equazione: "noi siamo liberi di andare con le prostitute, loro sono libere di prostituirsi". Questa è un'ipocrisia».

 

Giovanni Paolo Ramonda , responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII ha concluso: «Ringraziamo i nostri Pastori per l'adesione, l'incoraggiamento ed il sostegno alla campagna per la liberazione di queste nostre sorelle, rese schiave per soddisfare gli appetiti sessuali dei maschi italiani. Continuiamo come Chiesa a portare avanti questa importante battaglia, un'eredità spirituale di don Oreste Benzi». Domenica 12 Febbraio a Torino si terrà l'evento di chiusura delle iniziative promosse dalla Cominità di don Benzi per Santa Bakhita. Alla fiaccolata per le vie della città parteciperà il Vescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia. La campagna nazionale "Questo è il mio corpo" propone delle azioni per chiedere al Parlamento ed al Governo italiano una legge che sanzioni il cliente, sulla scia del “modello nordico”, adottato in Svezia, Norvegia, Islanda, Francia, e auspicato dall’Unione europea.

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