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IL CASO

Profugo spacciatore
Ecco perché
non si può espellere

Carabinieri sui bastioni per controlli antidroga
Carabinieri sui bastioni per controlli antidroga
Carabinieri sui bastioni per controlli antidroga
Carabinieri sui bastioni per controlli antidroga

Stupore, incredulità, rabbia. Sono svariati i sentimenti che suscitano gli arresti di cittadini richiedenti protezione internazionale che poi vengono rimessi in liberà e restano nelle stesse strutture in cui sono ospitati.

Siamo al terzo arresto dei carabinieri sui Bastioni. E in tutti e tre i casi, cittadini richiedenti asilo del Gambia sono stati arrestati poichè trovati a spacciare droga a ragazzini, spesso minorenni.

Il fatto dovrebbe far riflettere e non poco, visto che è chiaro che a monte c’è un’organizzazione che utilizza gli sbarchi per far arrivare anche manovalanza per la delinquenza comune, così come già riportato dalle pagine di questo giornale, per lo sfruttamento della prostituzione minorile. In Zai ci sono decine di ragazzine che si vendono e appartengono a organizzazioni criminali nigeriane.

È fondamentale che sia chiaro un concetto. Queste persone arrestate nei giorni scorsi non sono profughi, almeno in questa fase. Sono, come ribadisce l’ufficio immigrazione della questura, richiedenti protezione internazionale.

E la richiesta può sfociare in altri tre status: asilo politico, sussidiario e umanitario a seconda dei Paesi di provenienza e di quanto accade in quegli Stati. Nello specifico, il rifugiato è un cittadino straniero il quale, per il timore fondato di essere perseguitato per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o opinione politica, si trova fuori dal territorio del Paese di cui ha la cittadinanza e non può o, a causa di tale timore, non vuole avvalersi della protezione di tale Paese. Può trattarsi anche di un apolide che si trova fuori dal territorio nel quale aveva precedentemente la dimora abituale per le stesse ragioni e non può o non vuole farvi ritorno.

È invece ammissibile alla protezione sussidiaria il cittadino straniero che non possiede i requisiti per essere riconosciuto rifugiato, ma nei cui confronti sussistono fondati motivi di ritenere che, se ritornasse nel Paese di origine, o, nel caso di un apolide, se ritornasse nel Paese nel quale aveva precedentemente la dimora abituale, correrebbe un rischio effettivo di subire un grave danno.

È la commissione territoriale prefettizia a decidere. Probabile che l’iter per le persone arrestate subisca un’accelerazione, visto l’arresto, ma è certo che dopo la convalida queste persone non possono essere rispedite in patria senza aver prima accertato perchè hanno presentato la richiesta. Semmai dopo per loro verrà emesso un decreto di espulsione. Ma c’è sempre la possibilità di fare ricorso al responso della commissione.

Stranieri, clandestini, richiedenti asilo che hanno fatto di alcune aree verdi della città il loro quartier generale. Altri si mettono davanti ai supermercati a chiedere l’elemosina. Anche il fatto di passare intere giornate senza far nulla, senza un lavoro socialmente utile o un’attività di formazione favorisce lo scarso controllo di queste persone.

Giusto lunedì il sindaco Flavio Tosi ha presentato il servizio di controllo utilizzando guardie armate nei giardini. La situazione (come scriviamo nel servizio qui sotto), per ora non è migliorata. E il Pd attraverso i due consiglieri, Damiano Fermo ed Eugenio Bertolotti hanno già esposto le loro perplessità.

«Perché non organizzare meglio il personale della polizia municipale (invece che impiegarlo in sagre e feste comandate) evitando di aggiungere una società privata difficilmente riconoscibile come organo di sicurezza? Serve affrontare organicamente i problemi, cosa su cui l’amministrazione non ha mai brillato. E allora si tampona, sprecando risorse. Si è discusso a lungo della riorganizzazione della presenza del vigile di quartiere come presidio in contatto con i cittadini nei quartieri per prevenire la microcriminalità e, a tal proposito, sono stati approvati documenti e impegni in tutte le Circoscrizioni e anche in Consiglio comunale, ma ancora non si è visto nulla di concreto», hanno detto.

Alessandra Vaccari

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