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Profughi, nuove regole:
chi guadagna e chi perde

Nuove ondate di migranti in arrivo dal Nordafrica: in Italia migliaia di profughi hanno necessità di trovare una sistemazione
Nuove ondate di migranti in arrivo dal Nordafrica: in Italia migliaia di profughi hanno necessità di trovare una sistemazione
Nuove ondate di migranti in arrivo dal Nordafrica: in Italia migliaia di profughi hanno necessità di trovare una sistemazione
Nuove ondate di migranti in arrivo dal Nordafrica: in Italia migliaia di profughi hanno necessità di trovare una sistemazione

Tre profughi ogni mille abitanti. Conti alla mano, a Verona, Comune con circa 259mila abitanti, ne toccherebbero più o meno 750 (attualmente ne accoglie circa 600), mentre a Comuni come Grezzana, che ne conta poco meno di 11mila, ne andrebbe una trentina, vale a dire molto meno degli attuali 380 ospitati nella struttura di Costagrande sopra Avesa, la cui competenza territoriale ricade nel Comune di Grezzana.

Potrebbe riservare molte sorprese l’applicazione del piano messo a punto dal Viminale che prevede l’assegnazione ai Comuni, tutti, di tre rifugiati ogni mille abitanti, che si aggiungono a quelli già assegnati alle Regioni. Andrebbe a finire che certi paesi, dove si sono levate le barricate, si troverebbero in carico gruppetti sparuti di richiedenti asilo. E con il vantaggio che, una volta esaurita la quota, potrebbero mettere qualche paletto all’arrivo di ulteriori ospiti. Per dire, Castel d’Azzano, poco meno di 12mila abitanti, avrebbe esaurito il tetto dei migranti più o meno con 40 ospiti, molto meno dei 200 previsti in arrivo dopo la requisizione dell’hotel Cristallo da parte della Prefettura.

Sempre facendo dei conti puramente ipotetici, un Comune come Villafranca, che conta poco più di 33mila abitanti, dovrebbe gestire una novantina di migranti, mentre un Comune come Legnago, con poco più di 25mila residenti, se ne vedrebbe assegnati una settantina. Un piccolo Comune come Erbezzo, che conta poco più di 700 abitanti, probabilmente si vedrebbe assegnare uno o forse due migranti. I calcoli sono alla portata di tutti.

Attualmente il sistema di distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio dipende da criteri scelti dal Ministero dell’Interno che fa distribuire nelle regioni i migranti, sbarcati sulle coste del sud d’Italia, tramite voli aerei e trasferte in pullman. Si tratta di una ripartizione basata su semplici criteri aritmetici, invisa, come è noto, a quasi tutte le amministrazioni locali. Per questo il ministro dell’Interno Angelino Alfano la scorsa estate, dopo un giro di consultazioni, ha messo a punto un’intesa con l’Anci, l’Associazione dei Comuni italiani, per individuare un diverso criterio di spartizione, anch’esso numerico ma proporzionato al numero di residenti nei singoli Comuni, il cosiddetto tre per mille.

Un modo condiviso e più democratico di affrontare un’emergenza umanitaria che non dà segni di flessione, commentano in Prefettura a Verona, «ma che richiede collaborazione da parte delle amministrazioni locali».

Ovviamente non si tratterebbe di un’accoglienza a carico completo dei Comuni. Se si rispettano i criteri di distribuzione è previsto un incentivo economico. La linea dura, invece, quella del respingimento a priori dei richiedenti asilo, rischia di innescare meccanismi coercitivi come quello di Castel d’Azzano, secondo una normativa dell’estate dell’anno scorso, finora sempre evitata, che impone ai prefetti di aprire i centri di assistenza straordinaria qualora non si trovino altre soluzioni per l’accoglienza.

Finora la linea delle prefettura scaligera è stata quella della mediazione, evitando il più possibile le concentrazioni eccessive di persone, per non creare ghetti incontrollabili dal punto di vista della sicurezza. Ma gli arrivi continui di migranti ora impongono una soluzione più ampia e condivisa.

POLITICA. «I fatti di Castel d’Azzano», afferma Ciro Maschio, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, «denotano il livello di esasperazione della gente per cui chiediamo al prefetto di programmino destinazioni diverse per questo carico di giovanotti in buona salute, non di donne e bambini, perché un paese come Castel d’Azzano non è in grado di sopportare una simile situazione». Maschio annuncia una raccolta di firme a sostegno della proposta di legge «tagliabusiness» nei confronti delle cooperative che gestiscono l’accoglienza.

Intanto, Paolo Tosato, senatore della Lega Nord, parla di «pericolo scongiurato ad Avesa dove era corsa voce di un possibile utilizzo come centro di accoglienza delle ex scuole Braida». E.CARD. E.S.

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