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Presta i soldi a una donna, ma viene truffato alla Fevoss

La sede della Fevoss a Veronetta in piazza Santa Toscana
La sede della Fevoss a Veronetta in piazza Santa Toscana
La sede della Fevoss a Veronetta in piazza Santa Toscana
La sede della Fevoss a Veronetta in piazza Santa Toscana

Truffato al centro Fevoss. E non è il primo. Mario Priolo, ex sottoufficiale dell’esercito e volontario dal 2006 della Federazione che ha sede in piazza Santa Toscana, a pochi metri da Porta Vescovo, venerdì pomeriggio è stato vittima dell’imbroglio di una donna di circa quarant’anni, che lo ha avvicinato con tono amichevole. Racconta l’uomo: «Venerdì sono di turno al centro anziani protagonisti del quartiere, dove faccio animazione e accoglienza. Verso le 16.45 è entrata una signora che mi si è rivolta dandomi del tu e dicendomi che qualche anno prima era sta volontaria in cucina. Voleva salutare gli ex colleghi, ma le ho spiegato che i fornelli a quell’ora erano spenti».

Mentre il volontario dava ascolto agli utenti, la donna ha sostato nel centro per una decina di minuti dicendo poi che si era accorta di essersi chiusa fuori casa e che doveva recuperare le chiavi dal padre a Villafranca.

«Mi ha detto che il papà era un dottore che aveva fatto servizio anche alla Fevoss e se potevo prestarle i soldi per il taxi», riprende la vittima dell’inganno. «Non avevo mai sentito il nome del presunto padre, ma al centro gira molta gente e alla fine, non avendo da cambiare, le ho dato 50 euro. La signora mi ha lasciato il suo numero di cellulare, che però non è mai raggiungibile». Trascorsa circa mezz’ora sono iniziate le telefonate, inutili, per tentare di rintracciarla. Il volontario si è reso conto di essere stato truffato anche perché, confrontandosi con altri colleghi, ha scoperto di essere la quarta vittima della stessa persona.

Racconta ancora Priolo: «Già un infermiere le aveva dato 20 euro, poi era stata beccata a frugare nel soprabito di un’altra volontaria e ad altre due persone aveva raccontato di dover recuperare le chiavi di casa a Marzana. Ho chiamato il 112 ed è arrivata una patuglia». In passato si erano già verificati furti e raggiri, e sono state messe alcune telecamere.

Conclude il volontario con rammarico: «Il video non è stato guardato e mi hanno liquidato dicendomi che i soldi sono stati dati volontariamente, e non si tratta quindi di reato. A quanto pare la donna è nota, e si è già intrufolata anche in altre strutture. Sono stato sprovveduto, ma chi è stato ingannato prima di me avrebbe dovuto avvisare di stare allerta e in campana».C.BAZ.

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