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Poroshenko cittadino onorario di Verona

Il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri subito dopo il ritrovamento
Il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri subito dopo il ritrovamento
Il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri subito dopo il ritrovamento
Il presidente ucraino Petro Poroshenko davanti ai quadri subito dopo il ritrovamento

I quadri resteranno un po’ di più in Ucraina, ma intanto si rinsalda l’asse di rapporti istituzionali Verona-Kiev. Le 17 opere d’arte rubate sei mesi e mezzo fa al museo di Castelvecchio prolungheranno la permanenza in Ucraina - dove sono state trovate il 6 maggio - qualche giorno oltre la data del 13 giugno. Indicata finora come il termine della mostra breve, al museo Khanenko, di Kiev. Dopo la mostra ci vorrà ovviamente un po’ di tempo per allestire il rientro. È quanto ha comunicato il sindaco Flavio Tosi all’uscita della riunione di Giunta, che ha approvato la sua proposta di conferire la cittadinanza onoraria al presidente ucraino Petro Porošhenko.

«È UN SEGNO tangibile di riconoscenza da parte della città di Verona», spiega Tosi, «che vuole ringraziare il presidente Porošhenko per aver recuperato i quadri rubati da Castelvecchio. Tale riconoscimento, inoltre, andrebbe a consolidare i rapporti tra Verona e Kiev in ambito sociale, economico, turistico e culturale». Il sindaco e l’Amministrazione comunale confermano dunque quanto più volte spiegato nei giorni scorsi, con ripetute visite e contatti fra le autorità ucraine e Verona, anche grazie a due incontri, uno a Roma e poi un altro a Verona, con l’ambasciatore d’Ucraina in Italia Yevhen Perelygin.

Tosi ha anche annunciato, dopo la riunione di Giunta, che entro la metà di giugno andrà a Kiev, durante l’esposizione delle opere al museo Khanenko, dove concorderà con il presidente e le autorità ucraine la data di rientro a Verona delle opere d’arte, previsto appunto entro la fine di giugno.

SEPPURE CON TEMPI che potrebbero sembrare un po’ lunghi, visto che i quadri sono stati ritrovati al confine fra l’Ucraina e la Moldavia ormai quasi un mese fa, procedono dunque le intese per farli rientrare al loro posto, cioè al museo di Castelvecchio. Dove, stando a quanto ha detto l’ex direttrice dei Musei civici veronesi Paola Marini, che ha redatto le perizie a Kiev insieme a Ettore Napioni del museo di Castelvecchio e a dieci esperti ucraini, appena giunti qui potranno essere subito esposti. Visto che, come ha detto la stessa Marini, i danni subiti dai dipinti sono minimi. E i restauri necessari saranno eseguiti a Verona.

Chi dunque non vede l’ora di rivedere, o di vedere per la prima volta, le tele rubate, dovrà avere un po’ di pazienza. Sempre meglio, comunque, di non rivederli più.

Enrico Giardini

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