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Poliziotti aggrediti nel nome di Allah

L’ambulanza ha soccorso gli agenti che poi sono stati portati in ospedale
L’ambulanza ha soccorso gli agenti che poi sono stati portati in ospedale
L’ambulanza ha soccorso gli agenti che poi sono stati portati in ospedale
L’ambulanza ha soccorso gli agenti che poi sono stati portati in ospedale

Poliziotti aggrediti nel nome di Allah. Agenti in servizio al carcere di Montorio che martedì sono finiti in pronto soccorso. Quello che ha avuto la peggio ha la frattura di un braccio. Cinque poliziotti hanno una prognosi di 25 giorni e 15, altri due una prognosi di dieci.

Secondo una ricostruzione dei fatti, prima c’è stata una rissa tra due detenuti albanesi e altri marocchini durante l’ora che viene definita di socialità, fuori dalle celle. Una rissa parrebbe nata perchè un albanese avrebbe offeso Allah e uno dei due marocchini è un integralista. E il marocchino, rompendo la gamba di un tavolo l’ha usata come bastone per colpire gli antagonisti. A quel punto sono intervenuti i poliziotti per dividere i quattro e hanno, con non poca difficoltà portato l’integralista (che è in cella per droga e avrebbe avuto il fine pena tra un paio di anni), al «camminamento», fuori dalla sezione. È stato a quel punto che il detenuto ha fatto saltar fuori una sorta di coltello rudimentale che si era costruito utilizzando la bomboletta del gas e ha tentato di ammazzare uno dei poliziotti che è stato ferito a un braccio. Ne è seguita un’altra ora per calmarlo e farlo tornare in cella. Adesso il detenuto è nella sezione isolamento disciplinare, ma per legge comunque gli devi far fare l’ora d’aria e anche ieri s’è rifiutato di tornare in cella e c’è stata una trattativa quasi di un’ora per farlo rientrare. Un altro episodio che nutre il suo già ricco palmares di atti indisciplinati. E tutto sommato è andata bene perchè in servizio tra gli altri c’erano due poliziotti atletici e parecchio muscolosi, diversamente poteva davvero finire in tragedia.

«Io qui sono il capo, anche in sezione hanno tutti paura di me», ha urlato l’uomo ai poliziotti. Si potrebbe ipotizzare il trasferimento dell’uomo in un altro carcere, ma dev’essere deciso dalla direttrice.

Non è la prima volta che gli agenti di polizia penitenziaria subiscono aggressioni simili, ma questa è forse la più violenta e che ha creato tensione per ore poichè il marocchino in questione, libero di aggirarsi per la sezione, di rientrare in cella non ne voleva sapere.

«Tra gli aggressori c’è un marocchino noto per le idee integraliste e fondamentaliste, ma che è incredibilmente protagonista di costanti intemperanze durante la detenzione», ha detto il segretario nazionale del Sappe Donato Capece, «solidarietà del Sappe ai colleghi, è una vergogna che vi siano detenuti che credono di fare nelle carceri italiane quel che vogliono. Torna a denunciare la gravità della situazione in atto nelle carceri italiane nelle quali gli eventi critici si verificano con sconcertante periodicità».

«Da tempo denunciamo le criticità del carcere di Montorio chiedendo di poter lavorare in sicurezza e auspichiamo che non ci debba scappare il morto prima di un cambio al vertice», intervengono unitariamente Osapp, Fns-Cisl, Uspp e Fp-Cgil.

«Solo grazie all’intervento e all’alta professionalità dimostrata dal personale, la situazione non è precipitata», dice Mauro Cirelli, vicesegretario regionale della Uil-Pa.

«Quelle delle aggressioni in danno al personale in servizio negli istituti penitenziari costituisce una delle problematiche più difficili, è ormai in costante aumento, e si registrano in molte realtà del territorio nazionale. Non vogliamo creare allarmismi o strumentalizzare quest'ultimi episodi, ma è del tutto evidente che la frequenza con la quale si registrano eventi critici all'interno delle carceri impone di suggerire ai vertici dell'amministrazione un cambio di rotta e soluzioni immediate a tutela degli operatori che vi prestano servizio», conclude.

Alessandra Vaccari

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