<img height="1" width="1" style="display:none" src="https://www.facebook.com/tr?id=336576148106696&amp;ev=PageView&amp;noscript=1">

«Pendolari, entro il 2020 linee elettrificate e altri treni»

Pendolari alla stazione di Porta Vescovo aspettano il regionale per Venezia
Pendolari alla stazione di Porta Vescovo aspettano il regionale per Venezia
Pendolari alla stazione di Porta Vescovo aspettano il regionale per Venezia
Pendolari alla stazione di Porta Vescovo aspettano il regionale per Venezia

La svolta arriverà. Ma ci vorranno alcuni anni per toccare con mano i risultati. Per le migliaia di pendolari dei treni regionali, di cui L’Arena ha raccontato le disavventure quotidiane nell’inchiesta pubblicata domenica, fra i ritardi cronici dei convogli, le cancellazioni improvvise, e il sovraffollamento, la Regione ha una notizia buona e una cattiva. La buona è «il grande lavoro che stiamo portando avanti per risolvere una situazione ad oggi definibile senza dubbio drammatica», assicura l’assessore regionale Elisa De Berti (Infrastrutture e Trasporti). LA NOTIZIA cattiva è che questo «grande lavoro», proprio in quanto tale, è destinato a durare piuttosto a lungo, nella misura di almeno due o tre anni, poiché si andrà a rimodernare innanzitutto la rete ferroviaria e poi, in seconda battuta, si procederà all’acquisto di treni spaziosi e confortevoli, mandando in pensione i vecchi «carri bestiame» attualmente in uso anche su tratte molto affollate da lavoratori e studenti. L’ASSESSOREricorda che, lo scorso gennaio, la Regione ha firmato un contratto con Trenitalia che, tra le altre cose, prevede manutenzioni straordinarie sulla rete e l’acquisto di 38 nuovi treni, da spalmare sui percorsi più battuti. Per questo, c’è a disposizione un finanziamento governativo di 24 milioni di euro da parte del Fsc (Fondo per lo sviluppo e la coesione, già Fas). I miglioramenti, però, inizieranno a manifestarsi solo dopo il 2020. Perché, a quella data, dovrebbero essere ultimati i cantieri per il rinnovo delle linee ferroviarie. Che, c’è da immaginarselo, nel frattempo creeranno ulteriori disagi. Lo annuncia De Berti: «Gli interventi più significativi riguarderanno le linee Verona-Rovigo, Rovigo-Chioggia e l’Adria-Mestre. Per quanto riguarda la prima, sulla quale i pendolari sollevano da tempo molte critiche, completeremo la sua elettrificazione, che in realtà è già parzialmente installata. Manca solo il tratto fra Cerea e Isola della Scala, che puntiamo a finire entro il 2020. Purtroppo», fa presente, «non è automatico riuscire a intervenire su tratti ferroviari gestiti da Sistemi Territoriali». «PIÙ SEMPLICE sarà migliorare la Adria-Mestre, che è gestita direttamente dalla Regione», aggiunge l’assessore. «Anche in tal caso, l’elettrificazione sarà portata a termine entro il 2020. Dopodiché potremo finalmente dotarci di moderni elettrotreni». E intanto, per velocizzare i convogli-lumaca? «Una delle principali cause della lentezza dei treni regionali è la grande quantità di passaggi a livello», risponde De Berti. «Nell’intero Veneto se ne contano trecento, ma la metà è concentrata proprio sulla Verona-Rovigo, Rovigo-Chioggia e Adria-Mestre. Anche su questo punto stiamo lavorando per trovare soluzioni che ci consentano di eliminarne una parte». Infine, il sovraffollamento. E qui, l’assessore si dimostra meno accomodante. «I treni regionali hanno le tariffe di gran lunga più competitive del sistema di trasporto ferroviario. È chiaro che negli orari di punta i convogli si presentano strapieni, mentre magari sono sgombri venti minuti prima o dopo la famigerata “ora X”. Se il sovraffollamento è la regola, ogni giorno e a qualsiasi ora, interverremo. Non, però, se si tratta di un problema una tantum, risolvibile modificando le proprie abitudini». • © RIPRODUZIONE RISERVATA

Lorenza Costantino

Suggerimenti