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Pd, decisione sul ballottaggio
«Sì alle urne ma no alla Lega»

L’assemblea provinciale del Pd al centro Tommasoli di Borgo Venezia FOTO MARCHIORI
L’assemblea provinciale del Pd al centro Tommasoli di Borgo Venezia FOTO MARCHIORI
L’assemblea provinciale del Pd al centro Tommasoli di Borgo Venezia FOTO MARCHIORI
L’assemblea provinciale del Pd al centro Tommasoli di Borgo Venezia FOTO MARCHIORI

Dopo quasi tre ore di discussione, l’assemblea del Pd ha preso la sua decisione. E chi era in sala, al centro Tommasoli di Borgo Venezia, assicura «a larghissima maggioranza». Nessun apparentamento o accordo diretto con Patrizia Bisinella, candidata di Fare! e Lista Tosi, ma un invito a non votare per il candidato della Lega Nord, «i cui valori sono incompatibili con quelli del Partito democratico». Quindi, secondo quanto trapela dalla riunione svoltasi a porte chiuse, ci sarà un appello a recarsi alle urne con la chiara indicazione a non optare per la coalizione di centrodestra che ha per candidato sindaco Federico Sboarina, sostenuto dal Carroccio.

L’assemblea provinciale del Pd ha votato un documento, che sarà illustrato oggi in conferenza stampa, in cui si rivendicano sia la «discontinuità» con l’amministrazione Tosi e nello stesso tempo l’essere alternativi alla Lega salviniana. Alla luce anche dei fatti avvenuti a Palazzo Madama durante la discussione della legge sul diritto di cittadinanza.

L’assemblea di ieri sera a Borgo Venezia, è stata presieduta dal segretario provinciale Alessio Albertini, le cui dimissioni, in seguito al disastroso risultato elettorale della candidata sindaco Orietta Salemi, non erano però all’ordine del giorno. La deputata Alessia Rotta, alla vigilia dell’incontro al Tommasoli, aveva preannunciato sulla sua pagina Facebook che sul «secondo tempo» delle elezioni amministrative ci sarebbe stata «una discussione vera e aperta, perché», aveva sottolineato, a proposito della presa di posizione pro-Tosi del responsabile del partito per gli enti locali, Matteo Ricci, che «nessuno imporrà decisioni». E aveva precisato: «Non ci sono inciuci né accordi sottobanco».

Poche ore prima della riunione, un altro deputato veronese, Vincenzo D’Arienzo, aveva messo in rete un suo commento nel quale, in pratica, si dice a favore di «un voto innaturale» per Patrizia Bisinella «per respingere la deriva sovranista» della Lega salviniana. Il leader del Carroccio, tra l’altro, sarà in città domani e giovedì per sostenere Sboarina. Chiara anche la posizione di Federico Benini, esponente della minoranza, esternata sui social: «Io non voglio una Verona razzista, lepenista e xenofoba».

Nel suo commento su Facebook, D’arienzo aveva definito «risultato peggiore di sempre per noi» l’esito del primo turno elettorale. «Ma ora», aggiunge, «dobbiamo guardare al 25 giugno». Al ballottaggio, prevede il deputato, «tantissimi andranno a votare e, quindi, una scelta la faranno». E prosegue: «Questo ballottaggio ricorda le presidenziali francesi 2002 con la destra antieuropeista e xenofoba di Le Pen contro il centrodestra di Jacques Chirac con l’allora candidato socialista Jospin, terzo al primo turno per pochi decimali, che scelse di sostenere il secondo. Quel voto», osserva D’Arienzo, «resterà per sempre innaturale». Tuttavia, conclude, «ha consentito all’Europa di respingere la deriva sovranista e isolazionista che avanzava».E.S.

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