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«Patina nera sui vetri, bruciore in gola: mai come oggi siamo in allarme»

Vigile con mascherina antismog
Vigile con mascherina antismog
Vigile con mascherina antismog
Vigile con mascherina antismog

Le concentrazioni di polveri sottili nell’aria schizzano alle stelle. Qualche giorno di tregua, che secondo le previsioni dovrebbe essere tra oggi e domani, non sono destinati a modificare lo scenario.

E la preoccupazione inizia ad essere piuttosto alta anche tra la gente. Se più di qualcuno bolla la questione come necessariamente figlia dei tempi in cui viviamo e a cui è meglio fare l’abitudine, la maggior parte dei veronesi si dice al contrario molto allarmata dai livelli di inquinamento dell’aria raggiunti.

E delinea priorità e linee di intervento tra cui incentivi per il rinnovo del parco automobili, limitazioni alle auto, più corse per i mezzi pubblici e biglietti agevolati per le famiglie.

«Viviamo a Veronetta da alcuni anni e ultimamente è davvero impressionante vedere la patina nera che si accumula sul balcone e nella parte esterna dei vetri. Non era mai successo prima, così come il fastidio costante alla gola», spiega Federico Zunica che ora, con due bimbi piccoli, sta pensando di tornare a vivere in periferia “dove sicuramente non ci sarà aria di montagna ma nemmeno questa camera a gas. Per cercare di arginare la situazione servirebbero innanzitutto buone agevolazioni per rinnovare il parco auto”.

“Non c’è molto di cui parlare: bisogna togliere le auto dal centro città. Limitare gli accessi anche ai quartieri creando ampie aree per parcheggi scambiatori e dotare centro e prime periferie di mezzi poco o niente inquinanti per poter fare la spola con le zone più popolate”, è il parere di Paolo Forapan.

“Le iniziative che negli anni scorsi sono state messe in atto a contrasto dello smog sono state davvero poche e l’efficacia è stata pressoché nulla. Prenderei molto volentieri l’autobus al posto dell’automobile se ci fossero dei biglietti collettivi per le famiglie ma 1euro 3 trenta centesimi a tratta sono davvero troppi per poter rappresentare la quotidianità per più persone all’interno di un unico nucleo famigliare”, analizza Alessia, 51 anni, mamma di due bambine. “Quando possibile, scegliamo di spostarci in bicicletta e purtroppo lo smog si sente moltissimo, soprattutto quando si pedala vicino agli autobus blu che dal centro si spostano in provincia”, aggiunge la donna.

“È una sfida culturale. Dobbiamo insegnare ai bimbi che l’auto non è più l’unico mezzo per spostarsi, altrimenti è tutto inutile. Io stesso, a 34 anni, è solo da un paio d’anni che uso la bicicletta per andare al lavoro: prima solo automobile”, ammette Davide Zanardi.

“La situazione è complessa e non di facile soluzione. Ma è necessario muoversi, prima di tutto chiudendo il centro alle auto almeno il sabato e la domenica. Se i livelli di inquinamento sono tanto alti adesso che i riscaldamenti sono ancora spenti, cosa accadrà fra qualche settimana?”, si chiede allarmato Antonio Carlotti. I.N.

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