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IL CASO

«Pasticca super»
Cinque ragazze
rischiano la vita

Sono soprattutto i giovani a acquistare online farmaci spesso illegali e contraffatti FOTO MARCHIORI
Sono soprattutto i giovani a acquistare online farmaci spesso illegali e contraffatti FOTO MARCHIORI
Sono soprattutto i giovani a acquistare online farmaci spesso illegali e contraffatti FOTO MARCHIORI
Sono soprattutto i giovani a acquistare online farmaci spesso illegali e contraffatti FOTO MARCHIORI

Internet, la farmacia più rifornita del mondo. Dove i clienti vengono serviti a ogni ora del giorno e della notte: basta avere la carta di credito o la Paypal. Un clic e nel giro di pochi giorni a casa arriva qualunque cosa. Prodotti talvolta contraffatti, realizzati in pseudo laboratori in precarie condizioni igieniche e con materie prime pessime, se non di scarto.

La cronaca recente riferisce della morte di un giovane culturista di Foggia, dovuta, secondo le prime ricostruzioni, all’assunzione di una sostanza anabolizzante illegale. A Verona, all’inizio della primavera, cinque ragazze ventenni hanno rischiato la vita a causa di una «ingestione incongrua» di un farmaco antipsicotico che va molto forte fra i giovani. Le cinque ragazze si sono presentate al Pronto soccorso del Policlinico nel giro di una settimana, tutte con i chiari sintomi di sovradosaggio. Per tutte lavanda gastrica e colloquio con lo psichiatra di guardia.

Svela la dottoressa Alessandra Maiorano, prossima alla specializzazione in Psichiatria: «Ho visitato una di quelle ragazze e solo per caso, conversando con i colleghi in mensa, abbiamo messo insieme i pezzi del mosaico. Tutte e cinque avevano utilizzato lo stesso farmaco e la prima ad arrivare al Pronto soccorso ne aveva decantato le proprietà sul suo profilo Facebook. Non abbiamo la certezza che vi sia stata suggestione o passaparola, ma questi episodi ci costringeranno a mettere a punto quanto prima un protocollo per monitorare questo problema».

«La facilità con cui si acquistano farmaci, anche illegali e droghe in Rete è un problema con cui bisogna confrontarsi», chiosa la direttrice di Psichiatria, Mirella Ruggeri, «e ai medici servirebbe un aggiornamento per captare i segnali e essere agili nella valutazione del singolo caso».

Chi, meglio di uno studioso della mente umana, può spiegare cosa spinga a acquistare prodotti che in elevata percentuale sono illegali o contraffatti? «Alla base vi è un atteggiamento bipolare», ammicca la psichiatra, «di soggetti che o non hanno fiducia del medico oppure fanno la spesa in Rete per un uso illecito dei prodotti».

A quest’ultima categoria, purtroppo, appartengono i giovani, che trovano nel web le sostanze che aiutano a bilanciare gli effetti degli sballi. «I social media in questo senso facilitano lo scambio di conoscenze», conclude la professoressa Ruggeri, «e basta un clic a far cadere le barriere della resistenza, a entrare nel giro vorticoso dell’abuso. O irresponsabilmente si decide di provare un prodotto».

Paola Colaprisco

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