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Il video

Passione Tocatì
i giochi della Cina
affascinano Verona

di Chiara Bazzanella
Tocatì, i giochi di strada cinesi (Marchiori)
Tocatì, i giochi di strada cinesi (Marchiori)
Tocatì, i giochi di strada cinesi (Marchiori)
Tocatì, i giochi di strada cinesi (Marchiori)

Ieri, alle 18, il Conservatorio Dall’Abaco ha spalancato le porte alla Cina con un taglio del nastro al coperto per la quattordicesima edizione del Tocatì. È la prima volta che la tradizionale sfilata che dà il «la» al Festival internazionale dei giochi in strada è costretta a rinunciare al percorso tra piazza Erbe e piazza Sant’Anastasia a causa del maltempo, ma l’atmosfera è la stessa di sempre: ridente, gioiosa e all’insegna del confronto e della pace.

Sette sono le parole portanti: evoluzione, salvaguardia, comunità, confronto, incontro, territorio e impegno. E ieri, prima dei saluti istituzionali sono state sintetizzate in pochi minuti con una performance che ha rievocato, a suon di foglie, la natura e la salvaguardia di saperi antichi.

Decine di spettatori, pur se stipati e in piedi, hanno ammirato la delicatezza e l’armonia tipicamente orientali che regneranno per tutta la durata del Festival.

Quest’anno, infatti, la nota manifestazione nata per recuperare luoghi e spazi cittadini in cui mantenere vivi i giochi di un passato che non vuole essere lasciato alle spalle, ha come ospiti d’onore quattro province della Repubblica popolare cinese: Guizhou, Beijing, Shanxi e Shenzen.

La breve esibizione ha offerto un assaggio dei riti, le musiche, le danze e, in una parola le tradizioni più ludiche e artistiche del lontano Oriente, facendo da ouverture alla notte cinese che, dalle 21, ha riversato sempre al conservatorio le minoranze etniche di Guizhou e dei territori a sud-ovest della Cina. Ballerini spettacolari si sono mossi al ritmo delle melodie orientali, accompagnati dalla zampogna del Lusheng Field, dal liuto cinese del Dong Pipa Song, dai tamburi della Shanxi Cymbal and Drum Dance e dalle voci del Kam Grand Choirs. Una magia di suoni e colori che si replicherà in piazza dei Signori da stamattina fino a domani. «Il Festival si candida come patrimonio dell’Unesco, un bene immobile che si aggiunge al patrimonio storico di Verona», fa notare il consigliere con delega alla cultura nel Comune di Verona, Antonia Pavesi, ringraziando i 500 volontari dell’Associazione Giochi Antichi che rendono possibile la manifestazione.

«L’evento riversa in città gente di tutta Italia e del mondo ed è uno straordinario veicolo di condivisione e di pace tramite i giochi e la cultura popolare», le fa eco il sindaco Flavio Tosi.

Ieri pomeriggio, sempre alla 18, nella chiesa di San Giorgetto è stata inaugurata anche la mostra «Il colorato Guizhou. Un immenso parco montano», una carrellata di fotografie e stampe artistiche che rappresentano montagne scoscese, caverne bizzarre, fiumi limpidi, valli profonde e rocce sbalorditive tipiche della regione carsica.

Pur se timidamente, visto il grigiore, il Festival anticipato già giovedì sera dalla pizzica che, come di consueto, inaugura il Tocatì su lungadige San Giorgio, nel primo pomeriggio ha invaso il loggiato del cortile Mercato Vecchio con scacchiere per sfide a dama, a carrom e ludo game.

Oggi e domani il cielo non dovrebbe fare ulteriori scherzi, dando la possibilità di godere in pieno anche delle novità del Festival: dal gioco Rummikub che, per la prima volta vedrà coinvolta anche la comunità ebraica in via dei Portici, alla cittadella dei beni comuni allestita per la prima volta in piazza Bra. Nel salotto cittadino ulteriore novità sarà poi il ToTaxi. Alcuni tassisti offriranno un giro sulle loro vetture per raccontarsi. Sono oltre quaranta i giochi tradizionali delle province cinesi e di varie zone d’Italia che animeranno le giornate di festival, con sedici comunità di gioco italiane accanto a 13 comunità di gioco cinesi, oltre a spettacoli, convegni, rappresentazioni teatrali e molto altro.

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