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«Parco all’Arsenale? Prima la bonifica»

Una zona dell’area all’interno dell’ex caserma austriaca
Una zona dell’area all’interno dell’ex caserma austriaca
Una zona dell’area all’interno dell’ex caserma austriaca
Una zona dell’area all’interno dell’ex caserma austriaca

«Si fa un gran parlare di riqualificazione dell’Arsenale ma si dimentica una cosa fondamentale, la bonifica dei terreni inquinati». A lanciare l’affondo sono l’ex sindaco Flavio Tosi, il consigliere della sua lista Alberto Bozza, l’ex assessore all’urbanistica Gian Arnaldo Caleffi e Giorgio Pasetto, responsabile Salute della Lista Tosi. «Abbiamo sentito molte proposte», afferma Caleffi, «e l’ipotesi di parco urbano pare quella che incontra i maggiori favori, ma ricordo che esiste un ordine logico dei lavori: si parte dalla bonifica dei terreni, poi si fanno i sottoservizi tenendo presente che nel sottosuolo sono già stati rinvenuti reperti archeologici, quindi si passa al restauro degli edifici e solo alla fine si può creare il parco...». A tale proposito Tosi rimarca che, dopo l’archiviazione del project financing di Italiana Costruzioni «sarà la comunità a sobbarcarsi l’onere dei costi di bonifica». E spiega: «Il contratto comprendeva un intervento a tale scopo per 400mila euro e oltre quella cifra si doveva rivedere il piano economico-finanziario, fino all’eventuale recessione... ma vedo che il tema della bonifica, un obbligo di legge, ora è scomparso». Pasetto chiede «provvedimenti immediati», compresa la chiusura dell’area che, sostiene, «è contaminata da metalli pesanti, piombo compreso, tanto che ci sono prescrizioni di restarvi per non più di cinque ore al giorno, ma non ci sono cartelli di pericolo e vi si svolgono attività d’ogni tipo». Bozza, da parte sua, polemizza con l’assessore Ilaria Segala: «Continua a dire che la priorità sono i tetti...». Massimiliano Barbagallo, vicepresidente della seconda circoscrizione, fa sapere che da un sondaggio tra i residenti emergono richieste in gran parte già contenute nel piano di Italiana Costruzioni, alle quali si aggiunge quella di una scuola per l’infanzia». Infine, Bozza sottolinea che «anche il parco era un punto forte del progetto che prevedeva l’abbattimento dei volumi senza valore storico». • E.S.

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