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In appello

Omidicio Tommasoli,
chiesta l'assoluzione
per Vesentini e Corsi

In appello
Venezia: esterni dell'aula bunker del tribunale
Venezia: esterni dell'aula bunker del tribunale
Venezia: esterni dell'aula bunker del tribunale
Venezia: esterni dell'aula bunker del tribunale

È la terza volta che entrano nell’aula bunker di Mestre, davanti alla Corte d’Assise d’Appello presieduta da Gioacchino Termini.

Andrea Vesentini e Guglielmo Corsi erano due ventenni al momento dell’arresto, accusati di omicidio preterintenzionale, ovvero per la morte di Nicola Tommasoli. Era il maggio 2008, ora sono due uomini, ieri erano seduti davanti ai giudici popolari e per la prima volta hanno sentito la pubblica accusa chiedere per loro l’assoluzione.

Nicolò Veneri avrebbe dovuto essere in aula: è tornato in carcere e ieri ha rinunciato a comparire. Mentre, assistiti dai legali Alvino e Rossi Galante) i genitori di Nicola erano in aula. Come ad ogni udienza in tutti i gradi di giudizio. Nove anni e mezzo, dopo quasi due lustri per due dei cinque imputati il processo è ancora aperto, dopo che la Cassazione nella seconda pronuncia - quella relativa al secondo processo d’appello nel quale Vesentini e Corsi vennero condannati rispettivamente a sei anni e 9 mesi e 7 anni e 10 mesi- rimandò gli atti alla Corte affinchè «rivedesse» il concorso.

 

«NON ERANO D'ACCORDO CON GLI ALTRI»

E ieri il procuratore generale Bruno Bruni (il nuovo procuratore aggiunto di Verona), dopo aver ribadito che nella sentenza precedente era stata sposata la tesi di un gruppo contro l’altro dando importanza all’appartenenza al gruppo, ha sottolineato come la Suprema Corte abbia chiesto «un ancoraggio delle affermazioni presenti in motivazione ai principi del ”concorso”». Ovvero che, come sottolinearono i giudici di piazza Cavour, «la mancanza di un previo accordo deve tenere conto della successione cronologica degli eventi: cioè del fatto che - come sembra emergere dalle sentenze di merito - il pugno di Corsi a Csontala precedette seppur di poco le aggressioni a Cazzarolli e Tommasoli». E poi: «non si capisce in che modo abbia raggiunto un accordo implicito con gli altri che avevano iniziato a ”dedicarsi”agli altri due».

Le motivazioni della Cassazione depositate nel marzo 2017 concludevano palesando il rischio «di addebitare a Corsi e Vesentini un accordo con gli altri inesistente perchè quando i tre ( Veneri, Perini e Dalle Donne) avevano messo in atto le aggressioni i due erano intenti a quella nei confronti di Csontala». Questo il punto di partenza e il pg Bruni ha chiesto di valutare «se Corsi e Vesentini potevano prevedere un’analoga aggressione da parte degli altri. Serve un piano oggettivo, non basato su dinamiche di gruppo e valutazioni psicologiche su tali argomenti». E ribadendo la necessità di «dati sperimentali, oggettivi e riscontrabili» ha chiesto che Vesentini (difesa Fragasso jr e Ciurli) e Corsi (difesa Grolla) venissero assolti.

Fabiana Marcolini

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