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«Olimpiadi 2026, nell’anfiteatro ci sarà la cerimonia di apertura»

Giochi olimpici invernali: il Veneto col  Trentino vuole l’edizione 2026
Giochi olimpici invernali: il Veneto col Trentino vuole l’edizione 2026
Giochi olimpici invernali: il Veneto col  Trentino vuole l’edizione 2026
Giochi olimpici invernali: il Veneto col Trentino vuole l’edizione 2026

«Sindaco, comincia a preparare il ghiaccio». Il governatore Luca Zaia si rivolge così al sindaco Federico Sboarina, nel Vilaggio Trenitalia, davanti al municipio, prima di compiere il viaggio virtuale sui treni avveniristici che dal dicembre 2019 correranno sui binari veneti. Lo scherzoso invito arriva dopo aver ribadito la serietà della proposta di candidatura del Veneto alle Olimpiadi invernali del 2026. «Il progetto è super fattibile, siamo della partita e la chiuderemo in settimana» assicura Zaia, che annuncia la presentazione formale della manifestazione di interesse. «Chiediamo di essere valutati», spiega, «presenteremo un progetto innovativo, non creeremo gettate di cemento ma andremo a valorizzare quello che c’è». E sottolinea: «Siamo il complesso sciistico più grande al mondo con oltre 1.400 chilometri di piste, trampolini, palazzetti del ghiaccio e impianti vari, quindi abbiamo tutto per fare le Olimpiadi. Non ci vengano a dire che non siamo titolati a candidarci». Il sindaco Sboarina, dopo la notizia della candidatura, aveva suggerito L’Arena come location per la cerimonia inaugurale. «Ne ho già parlato con lui», assicura il governatore, «il fatto di mettere in circuito l’Arena di Verona piuttosto che i cinquecento chilometri di piste da sci di fondo di Asiago, che è la più grande realtà a livello europeo, va proprio nella direzione di un’idea di Olimpiadi diffuse sui territori, quindi perché non fare l’apertura all’Arena di Verona? Ma adesso», conclude Zaia, «pretendiamo che il nostro dossier venga valutato, e vogliamo sentirci dire che è il migliore... Intanto suggerisco al sindaco di cominciare a preparare il ghiaccio». Una doccia fredda sul sogno olimpico veneto arriva però da Roma, dove Giovanni Malagò, presidente del Coni, dopo aver assicurato che «non ci sono preclusioni», ma anche che «non sarebbe corretto ora, dire sì o no» invita alla cautela. Intervistato da Lucio Salgaro di TeleArena, il presidente del Coni illustra l’iter che si deve seguire in questi casi. «Le candidature», spiega, «vengono presentate da un ente locale, solitamente l’amministrazione di una città» e poi «vengono inoltrate al Comitato olimpico internazionale, che è l’unico interlocutore, con le garanzie di un governo». E sottolinea: «Ci sono regole del gioco e dossier allo studio già da moltissimo tempo, inoltre», afferma, «non so quando ci sarà il nuovo Governo e non so se si farà in tempo a dar seguito alla candidatura in tempo utile». Una proposta, quella del Veneto, che rischia di arrivare fuori tempo massimo, quindi? «Questi sono gli elementi oggettivi», glissa Malagò, «e non c’è nessuna considerazione ostativa nei confronti di nessuno». Oltre al Veneto, aspirano a ospitare le Olimpiadi invernali del 2026 anche Torino e Milano. Principali avversarie dell’Italia sono la Svizzera con Sion e la Svezia con Stoccolma, ma si stanno facendo avanti anche Austria e Giappone. •

E.S.

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