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IL CASO

Nuova sala slot
a Borgo Trento
«Ridurre l’orario»

Il condominio di Borgo Trento, in via Todeschini, dove verrà aperta la sala slot
Il condominio di Borgo Trento, in via Todeschini, dove verrà aperta la sala slot
Il condominio di Borgo Trento, in via Todeschini, dove verrà aperta la sala slot
Il condominio di Borgo Trento, in via Todeschini, dove verrà aperta la sala slot

Se l’apertura della sala slot in Borgo Trento non può essere evitata, «almeno ne venga ridotto l’orario il più possibile».

Nella loro battaglia contro il punto di gioco d’azzardo di cui è previsto l’arrivo al civico 21 di via Todeschini, i residenti hanno affidato questa invocazione a Giuliano Taborelli, amministratore del condominio interessato, affinché se ne faccia tramite con il sindaco Flavio Tosi.

«Ho chiesto un incontro con il sindaco per esporgli le paure degli abitanti, 17 famiglie fra cui molti anziani», spiega infatti Taborelli. «Se quella sala slot avrà un orario esteso fino alle 2 di notte, come in genere presenta questo tipo di esercizi, c’è l’alto rischio che attiri giri poco raccomandabili. Gli abitanti vogliono fissare paletti, non ritrovarsi ad avere paura di uscire di casa».

La richiesta arriva all’indomani dell’annuncio dello stesso Tosi e della giunta comunale, l’altro giorno, a margine della Festa de la Renga, per combattere la piaga del gioco d’azzardo: «Limitare a otto ore al giorno l’apertura delle sale slot e delle videolottery». Un provvedimento che «va condiviso con i comuni dell’Ulss 20, come già fatto nel territorio dell’Ulss 22». La maggior parte delle sale slot in città, collocate non a caso vicino ai bancomat, ha un orario protratto dalle 10 di mattina alle 2 di notte.

«Così i giocatori, soprattutto gli incalliti, vi possono tornare più volte al giorno. Magari puntano somme piccole, però a ritmo ripetuto e serrato. Ecco come si innesca la dipendenza che avvince anche adolescenti, pensionati e casalinghe», spiega Renzo Giacomelli, presidente della Fondazione antiusura «Beato Tovini» e membro della Consulta nazionale antiusura.

Giacomelli accoglie con favore l’intenzione del Comune: «Noi plaudiamo a qualsiasi intervento possa ostacolare la proliferazione del gioco d’azzardo. Ridurre l’apertura a otto ore è un provvedimento che va nel senso giusto, pur ancora parziale».

Con 75 sale da gioco, 1.510 macchinette Videolottery e 7.387 slot machine, la provincia di Verona è la prima in Veneto per numero di mini-casinò. Si aggiungono 5,7 milioni di biglietti «Gratta e Vinci» (da 2 a 20 euro) venduti in città, e 21 milioni nella provincia. Ne risulta che nel 2012 (ultimi dati disponibili) i veronesi si sono giocati l’incredibile cifra di 874 milioni di euro.

Damiano D’Angelo, responsabile dell’Ufficio comunale antiusura, commenta: «Essere proibizionisti non serve, ma sono indispensabili misure di contenimento. È importante che la restrizione dell’orario di gioco venga applicato in tutti Comuni, perché i ludopatici migrano di sala in sala. Sia per non incappare in familiari e conoscenti, sia per l’illusione di rincorrere la fortuna nei luoghi più propizi».

Arriva durissima, infine, la replica del presidente della seconda circoscrizione, Filippo Grigolini, ai gestori delle sale gioco riuniti nell’Astro, associazione aderente a Confindustria, i quali avevano proposto di investire parte dei introiti nel sociale, nella sanità o nel territorio. Magari anche nel restauro dell’Arsenale. «La loro proposta è paradossale e al limite dell’offensivo. Usare quei soldi per curare chi cade nella ludopatia è come invitare i cittadini a drogarsi, salvo poi passare il metadone con il Sistema sanitario».

«Questi esercenti», conclude Grigolini, «devono sapere che non sono graditi. Né a cento metri né a un chilometro da scuole, chiese, parchi, e tantomeno dalle case. E non è con i loro proventi, derivanti dalla rovina di tante famiglie, che vogliamo recuperare l’Arsenale. Piuttosto lo demoliamo».

Lorenza Costantino

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