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Nubifragio, Tosi : «Stato di

Una strada allagata: a Verona nella notte fra mercoledì  e ieri è  caduta  pioggia quanto in  un intero mese FOTO MARCHIORI
Una strada allagata: a Verona nella notte fra mercoledì e ieri è caduta pioggia quanto in un intero mese FOTO MARCHIORI
Una strada allagata: a Verona nella notte fra mercoledì  e ieri è  caduta  pioggia quanto in  un intero mese FOTO MARCHIORI
Una strada allagata: a Verona nella notte fra mercoledì e ieri è caduta pioggia quanto in un intero mese FOTO MARCHIORI

«Io una cosa del genere in tanti anni non l’ho mai vista», confessa il dirigente della protezione civile Valerio Petronilli. A metà giornata le idrovore stanno pompando acqua fuori dalle cantine, alcune case sono ancora senza luce e diverse strade chiuse. Il centralino dei vigili del fuoco, 150 interventi in coda, è preso d’assalto, così come quelli di Agsm e Amia. Gli agenti della Municipale, dopo una notte sotto il diluvio universale a evitare che qualcuno si facesse del male, si dividono fra alberi caduti, cantieri danneggiati, pezzi di cornicione crollati e una complicatissima gestione della viabilità. C’è da rimettere in piedi una città messa in ginocchio dal nubifragio. Una città che si è dimostrata indifesa contro eventi del genere. Mentre i Tg nazionali mostrano le immagini del centro storico alluvionato, il sindaco Tosi chiede lo stato di calamità e la Regione dichiara quello di crisi. A ben vedere la notizia, tutt’altro che scontata, è che non si sia fatto male nessuno.

UN MURO D’ACQUA. Settanta, novanta millimetri di acqua in quattro ore, ma forse ancora di più. Un fortunale che non si vedeva da anni e che si è concentrato sopra la città, in particolare sulle zone a sud ovest. Due temporali: il primo si è scatenato alle 22, l’altro dopo mezzanotte. Si sono allagate strade e sottopassi: in viale Piave c’era chi, preso dal panico, è salito sul tettuccio dell’auto e c’è chi l’ha abbandonata al proprio destino. La tangenziale nord è rimasta chiusa dalle 23 di mercoledì alle 14 di ieri. Interrotto lo spettacolo in Arena. Al teatro Romano, dove è caduto un albero, stop a quello dei Momix. Quando la gente ha cominciato a uscire dall’Anfiteatro, con il sottopasso di viale Piave off limits, i vigili hanno dovuto gestire una colonna impressionante di auto. È saltata l’energia elettrica in mezza città, mentre si sono allagate centinaia di cantine e diversi primi piani. Invasi dall’acqua anche procura militare, Polo Confortini e archivio anagrafe del Comune. Sommerse le zone di Piazza Isolo e Santo Stefano. In via Donati è crollato un muro di contenimento, provocando una frana di 30 metri. In via Quintino Sella caduti pezzi di cornicione. Mentre nell’avvallo dietro Porta Borsari qualcuno si è messo a vogare (il video ha fatto il giro di Facebook) con una canoa: Verona come Venezia.

INDIFESI. «Il problema è che i collettori fognari non sono abbastanza capienti da contenere tutta quell’acqua», spiega il presidente dell’Agsm Fabio Venturi. «Abbiamo una rete fognaria sottostimata per eventi del genere», conferma Luca Zanoni, responsabile provinciale dell’ordine dei geologi. «Il clima negli ultimi anni è mutato, mentre i collettori sono tarati per le precipitazioni che c’erano 30 anni fa. Non è un caso», continua, «che i danni maggiori si siano registrati nel centro storico, dove gli impianti sono più vecchi. È vero che la manutenzione dei tombini lascia a desiderare, ma anche se fossero stati tutti perfettamente puliti, la situazione non sarebbe cambiata molto». In sostanza: dovesse ricapitare un nubifragio del genere, la città rischierebbe nuovamente di andare sott’acqua. «Rifare tutti i collettori del centro con i nuovi parametri previsti dalla legge», commenta Zanoni, «richiederebbe un’eternità».

STATO DI CALAMITÀ. «Grazie agli agenti: è merito loro se non c’è stato nemmeno un ferito», commenta il comandante della Municipale Altamura: dalle 22 alle 24 la centrale operativa ha gestito 200 chiamate. Venturi ringrazia «chi si è rimboccato le maniche». È presto per la conta dei danni, fino alla serata di ieri i pompieri (170 gli interventi totali) e sei squadre della protezione civile stavano ancora intervenendo. Ma alla fine saranno cifre a sei zeri. Il sindaco Flavio Tosi nel pomeriggio ha chiesto lo stato di calamità: «Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti e gli interventi sulle numerose segnalazioni di danni ed allagamenti. Una volta riconosciuto lo stato di calamità informeremo la cittadinanza sulle modalità per la presentazione delle domande di rimborso per i danni subiti». Qualche ora prima la Regione Veneto aveva dichiarato lo stato di crisi. Intanto il segretario leghista Paternoster, fra l’altro ex presidente di Agsm e Amia, attacca: «Qualcosa non ha funzionato. È strano che tombini e caditoie non riescano minimamente ad assorbire la pioggia, come ci sembra grave che ampie zone del centro abbiano subito un allagamento tale da arrecare gravissimi danni a negozianti e commercianti, abbandonati completamente nella loro disperazione». «Nessuno ha lasciato solo nessuno», replica palazzo Barbieri, «a ognuno è stata data la risposta adeguata a seconda delle giuste priorità». E il presidente dell’Amia Miglioranzi: «Ogni giorno ci sono due squadre che lavorano in doppio turno per la pulizia delle quasi 25.000 caditoie cittadine».

Riccardo Verzè

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