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BULLISMO IN CITTA’

Notti violente
in piazza Erbe
I locali si «blindano»

Piazza Erbe di notte: il rischio di risse fuori dai locali è sempre alto, nei fine settimana
Piazza Erbe di notte: il rischio di risse fuori dai locali è sempre alto, nei fine settimana
Piazza Erbe di notte: il rischio di risse fuori dai locali è sempre alto, nei fine settimana
Piazza Erbe di notte: il rischio di risse fuori dai locali è sempre alto, nei fine settimana

Non ventenni scalmanati con la voglia di menar le mani. O meglio, non solo. L’identikit delle teste calde, quelle che girano per i locali del salotto buono di Verona con la precisa intenzione di attaccare briga, magari in preda ai fumi dell’alcol, annovera anche «quarantenni dall’aspetto distinto, ben vestiti, con una famiglia benestante alle spalle e un buon lavoro».

A questa tipologia apparterrebbero, secondo le testimonianze di chi era presente quella sera di ottobre, i due autori dell’aggressione ai danni di un imprenditore veronese di cinquant’anni, a pochi passi da piazza Erbe e dai bar della movida notturna.

Senza alcun motivo, i due assalitori avrebbero prima intimato alla vittima di andarsene dal locale dove stava bevendo una bibita in compagnia di un amico. Poi l’avrebbero inseguito fuori, verso Galleria Pellicciai, continuando il litigio. Finché dalle male parole si è passati alle mani: l’imprenditore è stato colpito con un pugno all’orecchio che l’ha fatto accasciare a terra, sanguinante. Ci sono voluti tre mesi, all’uomo, per riaversi dallo shock di quell’attacco insensato che gli ha lasciato, oltre a un timpano lesionato in modo permanente, «la paura di uscire la sera». Ha quindi deciso di denunciare l’accaduto. I responsabili sono stati rintracciati (uno dei due è già noto alle forze dell’ordine per rissa) e convocati in tribunale.

Fatto occasionale, si dirà. Che però richiama, pur con modalità diverse, l’aggressione che nel 2008 costò la vita al giovane Nicola Tommasoli. E fra i baristi di piazza Erbe c’è chi, per la propria tranquillità e quella della clientela perbene, la maggioranza, ha deciso di pagare un servizio di sicurezza privata. Come Zeno Villardi, titolare di Casa Mazzanti: «Ormai da anni, il venerdì e il sabato, abbiamo due buttafuori: mai soldi furono più ben spesi. Così il personale lavora con serenità e i clienti sono protetti».

«Purtroppo nelle serate più affollate capita spesso che ci scappi il litigio. C’è chi, infatti, ha già fatto il giro dei locali, dalla Carega fino in piazza Erbe, e si presenta alticcio e propenso ad attaccare briga per un niente. Sono anche persone sui 40 anni, purtroppo, forse oppresse dai problemi personali, o forse solo immature», spiega Villardi. «La sicurezza privata serve a sedare sul nascere questi focolai. Il disturbatore di turno, al quale naturalmente non serviamo da bere, viene accompagnato all’uscita e invitato ad allontanarsi».

E qui termina il compito dei baristi. Una volta fuori, l’ubriaco può sbollire la rabbia, ma anche dare in escandescenza e prendersela con qualche «innocente».

Non si sono dotate della sicurezza privata, anche se ci stanno pensando, le osterie Al Canton e Verona, angolo piazza Erbe-corso Sant’Anastasia. La titolare Chiara Castagnin: «Finora siamo sempre riusciti ad “arrangiarci”. Se individuiamo un personaggio molesto, lo isoliamo subito e chiamiamo il 113; gli agenti arrivano in pochissimi minuti. La maggior parte della nostra clientela, comunque, è di bravi ragazzi». «Se lavoriamo con serenità fino alle ore piccole», continua Castagnin, «è per merito delle forze dell’ordine, dei vigili e dell’esercito. La zona è controllata. Sappiamo che possiamo contare su di loro».

Lorenza Costantino

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