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«Non mettere gli 007 ma incentivare le attività ricettive»

Porre freni a bed&breakfast e locazioni turistiche «fantasma», che non risultano e quindi non pagano la tassa di soggiorno né altri tributi in quanto non risultano essere attività economiche? Damiano Fermo, consigliere comunale, sulla scia della «tolleranza zero» annunciata dall’Amministrazione comunale verso chi non rispetta le regole (lo ha detto il sindaco Flavio Tosi raccogliendo l’invito del presidente di Confcommercio Verona Paolo Arena) non ci sta. «Lo sviluppo dell’economia della condivisione è inarrestabile», dice. «Inutile pensare di mettere freni. Airbnb», cioè il portale web con l’offerta di affittacamere, «risponde in maniera eccellente a due bisogni: risparmiare e avere un’esperienza di villeggiatura migliore. Puoi normare, imporre l’apertura partita Iva a tutti, ma la competizione con gli alberghi sarà sempre inesorabilmente a vantaggio degli affittacamere».

Per Fermo: «L’Amministrazione e Confcommercio devono favorire l’occupazione», aggiunge, «non minacciare di sguinzagliare 007 per la città. Creiamo le opportunità per sostenere questi nuovi processi di emersione di nuova impresa, anche regolamentando dove è giusto. Invitiamo i manager di Airbnb a Verona, come fece Torino, per aiutarci a comprendere le dinamiche dell’economia della condivisione nel settore turistico proprio in un momento di grande presenza turistica in città». E poi chiedendo a gran forza alla regione una deregolamentazione del settore per gli albergatori. Non blocchiamo nuove opportunità per l’economia del turismo, creiamone di nuove per un settore in difficoltà, eliminando la burocrazia che soffoca gli alberghi».

Sul fronte comunale l’assessore al turismo e al commercio Marco Ambrosini ribadisce quanto detto dal sindaco Tosi: tolleranza zero su bead&breakfast e locazioni turistiche «fantasma». Ma aggiunge: «Vanno definiti nei dettagli, dai metri quadrati minimi a determinati servizi, i requisiti per chi affitta locali in alloggi di proprietà. E guai a dire che sotto un certo numero di giorni di giorni è attività occasionale: così ci creano le premesse per l’elusione e l’evasione fiscale. Sono lo Stato e la Regione, però, a dover definire le norme».E.G.

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