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Nodo musei, un rebus da 11 milioni

Il cantiere di Castel San Pietro in un’immagine d’archivio: i lavori procedono a rilentoUna delle corti interne dell’Arsenale: il progetto di Italiana Costruzioni è stato «congelato»
Il cantiere di Castel San Pietro in un’immagine d’archivio: i lavori procedono a rilentoUna delle corti interne dell’Arsenale: il progetto di Italiana Costruzioni è stato «congelato»
Il cantiere di Castel San Pietro in un’immagine d’archivio: i lavori procedono a rilentoUna delle corti interne dell’Arsenale: il progetto di Italiana Costruzioni è stato «congelato»
Il cantiere di Castel San Pietro in un’immagine d’archivio: i lavori procedono a rilentoUna delle corti interne dell’Arsenale: il progetto di Italiana Costruzioni è stato «congelato»

Castel San Pietro: i lavori di restauro procedono, svolti dalla Fondazione Cariverona, proprietaria. Ma si fa breccia tanto più ora, in Comune e in ambienti culturali cittadini, la domanda: giusto o no insediarvi, come previsto, il Museo di Storia naturale, comunale, seppure con una quota ridotta di esemplari rispetto all’attuale, tre milioni, a Palazzo Pompei? La nuova amministrazione comunale medita. E lo fa intrecciando necessariamente anche un altro tema, quello della riqualificazione dell’ex Arsenale. Le partite sono collegate. Ed è un rebus da 11 milioni. Soldi pubblici.

GIÀ, PERCHÉ la Giunta Sboarina ha stoppato l’iter di project financing per la riconversione dell’ex Arsenale. In attesa che il Tar, il Tribunale amministrativo regionale, si esprima sul ricorso relativo alla variante urbanistica presentato dal Comitato Arsenale. Nell’ex complesso militare asburgico, però, già è conservata una parte di materiale e di collezioni del Museo di Storia naturale, in passato a Palazzo Gobetti, in corso Cavour, venduto dal Comune a privati.

Inoltre nel futuro Arsenale dovrebbe andare una quota consistente di oggetti e altro repertorio botanico e scientifico, oltre a numerosi libri, ora a Palazzo Pompei, che non ci starebbero, come più volte emerso, a Castel San Pietro. Per questo il destino del castello e dell’ex Arsenale, quest’ultimo di proprietà comunale, s’incrociano. L’ha anche rilevato ieri su L’Arena anche Michele Bertucco, consigliere di Verona e Sinistra in Comune.

A unire le due maxipartite, oltre al contenuto del Museo di Storia naturale, c’è una grande somma di denaro. Perché stando a stime in mano al Comune, per allestire il museo a Castel San Pietro - una piccola quota, come detto, di quanto c’è a Palazzo Pompei, a Veronetta, in lungadige Porta Vittoria, in zona Università - servono quattro milioni, più Iva. Un altro milione è necessario per il trasloco, operazione complessa vista la particolare delicatezza dei reperti.

ALTRI SEI MILIONI per riallestire all’Arsenale, una volta ristrutturato, le collezioni tutt’ora conservate. A cui però dovrebbe aggiungersi tutto quanto ora a Palazzo Pompei non andrà a Castel San Pietro. Questa spesa, però, verrebbe compresa nel project financing per riconvertire e gestire l’Arsenale. E al momento, pur se l’iter è stato bloccato, ha presentato comunque una proposta Italiana Costruzioni, che prevede un investimento di 45 milioni di cui 30 messi da chi vincere il bando di project e 14,5 messi dal Comune. Il quale però - come ha ricordato ancora Bertucco - secondo il progetto di Italiana Costruzioni sarà chiamato a pagare per 30 anni un corrispettivo di disponibilità di 430mila euro all’anno per l’affitto degli spazi che occuperà, quindi 15 milioni. Poi si impegnerebbe a pagare altri 120mila euro annui per altri 17 anni, cioè altri due milioni.

MA QUESTI sei su 11 milioni, nel caso il Comune dovesse recedere dal project dell’Arsenale e varare un nuovo progetto, dove si troverebbero? È chiaro che la partita è tutta aperta. Da Palazzo Barbieri, l’assessore alla cultura e al turismo, Francesca Briani, spiega: «Stiamo svolgendo una ricognizione su tutti i siti museali e sugli edifici storici, in modo razionale, e soltanto dopo l’Amministrazione prenderà una decisione». I destini di Castel San Pietro, dell’ex Arsenale e del Museo di Storia naturale, ma anche di tutti i palazzi per musei e rassegne culturali, saranno sempre più legati tra loro. Soldi permettendo.

Enrico Giardini

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